Omelia (11-09-2006) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Gesù disse all'uomo che aveva la mano inaridita:"Alzati e mettiti nel mezzo". Come vivere questa Parola? L'episodio che ci viene proposto dalla liturgia odierna si situa in un contesto liturgico. È sabato, il giorno che gli Ebrei consacrano al culto di Dio, e ci troviamo nel tempio durante una celebrazione liturgica. L'attenzione dovrebbe essere tutta concentrata su Dio. In realtà, tra la folla c'è chi, cultore di un'osservanza legalista e senz'anima, sta cercando capi d'accusa contro Gesù. Tra i fedeli c'è un uomo con la mano paralizzata. Scribi e farisei fermano la loro attenzione sul limite che pone questa persona ai margini della società e che può fornire un ottimo pretesto per imputare a Gesù un eventuale trasgressione della Legge. Lo sguardo di Gesù, invece, è catturato dall'"uomo". Ed eccolo porre un gesto estremamente rivelativo del sentire di Dio: Gesù invita l'uomo e recuperare la sua centralità. Nessun limite fisico, psichico e neppure spirituale, quale potrebbe essere il peccato, fa scadere l'uomo agli occhi di Dio, così da sottrargli quella dignità che il Creatore gli ha conferito fin dal primo istante. È questa verità a dar ragione della stessa incarnazione e di tutta l'opera redentiva. L'uomo emargina il suo simile. Dio lo pone al centro. La distanza più grande che il nostro agire frappone tra noi e la divinità è proprio qui. Cerchiamo giustamente di eliminare il peccato dalla nostra vita perché ci allontana da Dio, e non ci rendiamo conto che ogni volta che fermiamo lo sguardo sul limite del fratello, ogni volta che puntiamo il dito e che emarginiamo l'altro, noi offuschiamo quell'immagine divina che Dio ha impresso in noi. Il nostro agire non ricalca il suo. Come le vergini stolte potremmo sentirci dire da Lui: "Io non vi conosco!". Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi chiedo seriamente se il mio modo di agire nei confronti degli altri mi rivela quale figlio di Dio, impegnato sempre a "porre l'uomo al centro", a riscattarlo dal limite che lo opprime e deprime. E mai, mai, per nessunissima ragione pronto a giudicare e condannare. Signore Gesù, purifica il mio sguardo, perché ritrovi la luminosità del tuo che ovunque e sempre sa vedere l'uomo la sua inalienabile dignità. La parola di un testimone del XX secolo Non è vero che mettiamo l'uomo al centro di ogni cosa, come Dio lo ha messo al centro [...]. Rispettiamo l'uomo in generale, ma non questo uomo. Quando gli dai un nome, un cognome e un indirizzo, allora cominciano i guai. Don Tonino Bello |