Omelia (10-09-2006)
Comunità Missionaria Villaregia (giovani)
Apriti

Gesù ancora una volta ci sorprende per l'amore che nutre per l'uomo ed in particolare per i più poveri. Il Vangelo ruota attorno ad una parola chiave, capace di trasformare chiunque. Chissà quante volte l'abbiamo ascoltata e non è cambiato niente nella nostra vita, oggi vorremmo chiederla come dono perché una volta entrata, vi assicuro che la vita cambia sul serio. Chi se la sente di rischiare può continuare la lettura, ma chi tentenna... meglio che passi ad altro perché Gesù ci vuole stravolgere la vita.
Gesù si trova in territorio pagano, tra gente lontana da Dio ed è qui che vuole agire, come dire la sua grazia è per tutti, può raggiungere chiunque. E la cosa più interessante è che Gesù sceglie volutamente questo luogo per manifestarsi. Stando infatti all'itinerario indicato da Marco, Gesù percorre una rotta illogica. Come se per andare da Roma a Napoli scegliesse di passare per Firenze. Insomma ciò che vuole fare gli sta proprio a cuore.
A Sidone, gli portano un sordomuto. Un poveraccio, un uomo emarginato da tutti, per il quale nessuno poteva fare niente. Lui stesso non sa neppure cosa fare perché ha bisogno di qulacuno che lo conduca da Gesù. È veramente un caso disperato.
Attenzione Gesù non realizza subito il miracolo. Perché? Desidera che questo uomo si senta amato, facendogli capire che gli sta a cuore la sua vita, la sua situazione. Per questo Gesù va oltre la richiesta di chi glielo ha condotto: non solo gli pone le mani sul capo, ma si ferma, lo separa dalla folla, anonima, della quale molte volte ha sentito l'incomprensione: a causa della sua sordità non poteva comprendere gli altri e a causa del suo mutusmo gli altri non lo comprendevano. Gesù lo prende con sé e lo porta in disparte e con segni ben chiari, gli indica quello che gli vuol fare: gli tocca con le dita le orecchie come per riaprire i canali della comunicazione, gli unge la lingua ed infine pronuncia la parola chiave: ""Effatà", cioè "Apriti"!". Il sordomuto cominciò ad udire ed a parlare.
Sono segni forti che ci lasciano un po' perplessi, ma come esprimere l'amore, come comunicare con chi è bloccato, irrigidito, chiuso in sé, se non attraverso un gesto fisico? Gesù lo libera totalmente, quell'uomo riacquista in pieno la sua dignità di figlio di Dio. Ha davvero acquistato la sua voce, è qualcuno in mezzo agli altri. Questa è la liberazione che Gesù ancora oggi desidera realizzare in ciascuno di noi. A ciascuno ripete ancora oggi: "Apriti". E' una parola di autorità che Gesù pronuncia anche oggi sulle nostre chiusure che ci rendono sordi e muti dinanzi alla grazia... Apriti di fronte alla vita che rifiuti, apriti di fronte ai fratelli che sfuggi, apriti dinanzi a Dio che ti chiama a realizzare la tua vita. Apriti se vuoi trovare la pace, l'amore, la bellezza, ciò che tu sei veramente.
In missione abbiamo conosciuto Rogerio anche su di lui Gesù ha pronunciato questa parola meravigliosa.
Rogerio, è un giovane di 26 anni, occhiali spessi, media statura, magro, sempre sorridente, fidanzato da due anni con Patrìcia, guardardandolo non potresti mai indovinare la forza che il Signore ha deposto nel suo cuore.
Rogerio suonava il basso in una banda Rock, e la sua vita non era diversa da quella di tanti giovani di San Paolo. Un giorno, però, fu invitato a partecipare ad un incontro di tre giorni. La persona che l'aveva invitato aveva insistito molto e lui era andato più che altro per non essere più disturbato da questi pressanti inviti. In quell'incontro avvenne la più grande rivoluzione della sua vita. Come lui stesso afferma, si sentì conquistato da Cristo, irresistibilmente attratto. A partire da quell'incontro, entrò in lui il desiderio di comunicare anche ad altri giovani la vita nuova che lui aveva sperimentato. Questo desiderio non lo lasciava tranquillo.
Tornato a casa, cercò il suo parroco, e gli propose di ripetere per i giovani della parrocchia l'incontro che aveva fatto. Tanto fu l'entusiasmo di Rogerio che il parroco disse: "Guarda Rogerio, qui non ci sono molti giovani che frequentano e tu lo sai... ma se proprio vuoi tentare, fai pure". Questo bastò perché Rogerio si mettesse in moto con la sua ragazza.
Fu un lavoro febbrile: trovare la casa, fare le schede di invito, raccogliere i fondi, trovare chi cucinava, invitare i giovani soprattutto lontani che giudicavano l'esperienza una cosa da bigotti... La gente che diceva: "Não vai dar certo, não" (non riuscirà, sarà un fallimento...).
Tante volte, quando si trovava solo, piangeva e pregava, come aveva imparato in quei giorni di incontro. Sembrava proprio che si trovasse solo, anche la sua ragazza era di un'altra zona di San Paolo, pur appoggiandolo, non poteva aiutarlo molto.
Ebbene arrivò il giorno tanto desiderato. Rogerio aveva procurato un pullman per trasportare i corsisti nel luogo fissato. Erano previste 70 persone, ma se ne presentarono solo 40. Rogerio non si perse d'animo. L'Equipe degli animatori era tutta composta da persone estranee alla parrocchia, ma egli sperava molto che, dopo aver rotto il ghiaccio, nascesse anche l'equipe parrocchiale per portare avanti questo tipo di incontro. E così fu. Il Signore benedisse il coraggio sincero e il desiderio di evangelizzare di Rogerio. I giovani tornarono entusiasti fino alle stelle. A quel punto cominciarono a piovere tante richieste di partecipazione, anche da altri giovani sbandati, non frequentanti, amici di coloro che avevano partecipato la prima volta. Nacque l'Equipe parrocchiale.
Tutti i nuovi animatori avevano più fifa' che esperienza, ma fidandosi di Dio, guidati da Rogerio, si lanciarono nella seconda sfida, solamente a due mesi di distanza.
Questa volta il ghiaccio si ruppe totalmente: i partecipanti erano 80! Fra di loro c'erano anche giovani caduti nel giro della droga e della delinquenza. Ancora una volta il Signore benedisse la buona volontà di questi poveri giovani che si erano preparati con sacrificio. La maggior parte dei giovani partecipanti decise di abbracciare Gesù come il vero e unico Signore della loro vita. Tutti uscirono con una sola ansia nel cuore: comunicare ad altri le meraviglie scoperte in questi due giorni.
Rogerio è stata raggiunto dall'Effatà perché qualcuno ancora una volta ha fatto da intermediario. E quanti giovani attraverso Rogerio si sono incontrati con l'amore di Gesù e sono stati liberati.
Oggi Gesù vuole pronunciare, anche su di te il suo Effatà, vuole liberarti da ogni sordità e da ogni mutismo per diventare con lui costruttore di una nuova umanità, costruttore del suo Regno di amore. Questo l'impegno che insieme vogliamo prenderci questa domenica. Sei disposto? Hai il coraggio di rischiare?