Omelia (30-09-2000) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Luca 9,43-45 Dalla Parola del giorno Mentre tutti erano pieni di meraviglia per tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: "Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell'uomo sta per essere consegnato in mano degli uomini". Ma essi non comprendevano. Lc 9,43-45 Come vivere questa Parola? E' un momento di grande "successo" per Gesù, si direbbe dunque di consolazione: Eppure lucidamente Egli è dominato dal pensiero di ciò che lo attende: la passione e la morte. E, come registrano altre volte gli evangelisti, i suoi più intimi non lo capiscono; perfino hanno paura di affrontare l'argomento, di chiedere spiegazioni. E' il dramma dell'uomo-Dio che ha segnato a fondo la sua avventura terrena. Ed è anche ciò che più ha da dire a noi. Nel senso che, senza atteggiarci a vittime, possiamo ben mettere in conto nella nostra vita una certa dose di incomprensione che è inerente alla nostra stessa fatica di essere uomini: gente che ha in cuore fermenti, aneliti d'infinito e che è bloccata però da strutture fisiche e psichiche (proprie ed altrui!) tanto limitanti. Ma Gesù ha vissuto lo stesso suo andare a farsi uccidere in tanta solitudine interiore, proprio per riscattare e dar senso redentore anche a queste nostre situazioni. Oggi rientrerò al cuore non per "sentirmi vittima e incompreso", ma per cogliere come queste possibili ricorrenti dinamiche (degli altri verso di me e mie verso gli altri) possono diventare materiale che "arde e splende". Con movimento interiore di fiducia le getterò dunque in quella fornace d'amore che è il cuore di Cristo, verbalizzando: "Con Te, Signore, per il tuo Regno". La voce di un antico Padre L'ignoranza della Sacra Scrittura è ignoranza di Cristo. S. Girolamo |