Omelia (14-09-2006)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini.

Come vivere questa Parola?
Una frase che dovrebbe scuoterci profondamente e che invece leggiamo quasi sorvolando: sono cose risapute! Pur-troppo abbiamo fatto l'abitudine anche a ciò che di più sconvolgente è venuto a mutare il corso della storia. No, non è normale che Dio percorra le strade di questo nostro mondo. "È assurdo" che Dio si faccia uomo, che assuma la condizione di servo, che muoia su una croce come un delinquente qualsiasi. È assurdo! E tutto in noi dovrebbe ribellarsi o... farci piegare le ginocchia e il capo riconoscendo umilmente che non capiamo. Duemila anni di storia: e non abbiamo ancora capito Dio! Il gesto limite della morte in croce, quel grido "scandaloso" dell'Innocente crocifisso sono l'estremo appello dell'Amore. Perché passiamo ancora indifferenti davanti a questa croce o la riduciamo a un ninnolo da appendere a una catenina? Perché non ci decidiamo una buona volta a spalancare le porte al Crocifisso? Siamo pronti a riconoscere la regalità di Cristo, ma sottacciamo volentieri che essa si rivela in pienezza proprio sulla croce, anzi che la croce ne è il trono. Dobbiamo riconoscerlo: la croce disturba. Non per niente la si vuole rimuovere anche dai locali pubblici. Che stia nelle sacrestie! Che non venga a scuotere il nostro torpore di cristiani "accomodati" con il suo assillante richiamo ad amare! Ma è proprio il vessillo della croce a distinguerci quali seguaci di Cristo. E in questo segno è la nostra vittoria.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi lascio provocare dal Crocifisso e dal suo muto richiamo ad amare.

Mio Dio, fino a quando resterò insensibile al tuo appello? Spezza, ti prego, la durezza del mio cuore e rendimi tuo vero discepolo, pronto a seguirti sulla via della croce nella certezza che essa si spalanca sulla resurrezione.

La voce di un Padre apostolico
Per me l'archivio è Gesù Cristo, il mio sacro archivio sono la sua croce, la sua morte, la sua resurrezione e la fede che in lui ci è stata data: in esse io voglio essere giustificato con l'aiuto delle vostre preghiere.
S. Ignazio di Antiochia