Omelia (18-09-2006) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Neanche in Israele ho trovato una fede così grande. Come vivere questa Parola? Nei versetti che precedono, Gesù ha esplicitato quali siano i connotati di un'autentica fede. Ha quindi esortato i suoi discepoli a fondare la propria vita sulla roccia della sua Parola ascoltata e praticata. Oggi l'invito è ad allargare gli spazi della nostra "casa". A offrire l'occasione è un ufficiale pagano capo di una centuria romana, amico e benefattore dei Giudei. Avendo un servo gravemente ammalato, egli invia a Gesù alcuni anziani dei Giudei per supplicarlo di guarirlo. Alla loro insistente preghiera, Gesù si mette in cammino, ma, quando è ormai vicino alla casa del centurione, questi, con profonda umiltà e delicatezza di tratto, non permette al Maestro di varcarne la soglia. Conosce, infatti, la legge di Mosè e non vuole esporlo al rischio di contrarre impurità. Ma ciò che maggiormente risplende è la sua incrollabile fiducia nella forza guaritrice di Gesù e nella potenza della sua Parola. Il testo evidenzia l'ammirazione del Maestro dinanzi a tanta fede: "Neanche in Israele ho trovato una fede così grande!". L'accento cade sulla fede, e la fede di un pagano. Un esplicito invito a verificare sia la qualità della nostra adesione a Dio, sia la capacità di riconoscere i valori degli altri diversi da noi per cultura, razza, religione... Oggi si parla tanto di dialogo: la Chiesa stessa ci invita a farlo. Ma il nostro atteggiamento nei riguardi degli altri è di autentico apprezzamento? Nella mia pausa contemplativa, ripeterò più volte a Gesù l'espressione del centurione: Signore non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma comanda con una parola e il mio "cuore" sarà guarito. La voce di un Padre della Chiesa Tu vedi qui come la fede costituisca la condizione per ottenere la guarigione. Considera anche come il popolo dei Gentili, in qualche modo, riesca a penetrare il mistero. Il Signore va; ed il centurione si scusa con lui e, dimenticando l'orgoglio del comando, si atteggia a riverenza, si mostra disposto a credere, e si affretta a rendergli onore. S. Ambrogio |