Omelia (24-09-2006)
don Ricciotti Saurino
Il sorpasso

"Dai, papà, sorpassalo!" grida eccitato il bambino reagendo all'umiliazione ricevuta da una vettura che, sfrecciando, li ha superati. E il padre, contando sulla potenza del motore della sua auto, con un colpo d'acceleratore semina in una nuvola di polvere il potente avversario.
"Sei il più forte, sei insuperabile, sei il primo!" canta il piccolo mentre, appagato, si lascia andare sul sedile... E' così che la 'formula uno' si corre quotidianamente sui circuiti delle nostre strade.
Quando hai un motore con tanti scalpitanti cavalli è difficile tenerlo a freno, ma è soprattutto difficile resistere all'offesa di arrivare secondo. Il primo posto sul podio e lo spirito trionfatore di Schumacher sono in tutti noi, che, piccoli o grandi, aspiriamo sempre al trofeo del vincitore... e non solo sulle strade!
La competizione, che caratterizza tutti i nostri rapporti sociali, ci accompagna ogni volta che entriamo in contatto con un'altra persona. Essa ignora perfino le relazioni familiari, l'amicizia, l'affetto, la confidenza, la stima ed è pronta a sventolare la bandiera della supremazia in ogni circostanza.
Ci sorprende che attacchi anche gli ambienti nei quali l'offerta della propria vita dovrebbe anestetizzare il desiderio di primato.
L'essere primi nel servire e la gara di generosità, che non possono esprimersi nelle competizioni agonistiche, risultano assurde anche nei rapporti personali, nelle istituzioni religiose, nelle menti e nei cuori di chi si è messo dietro un Maestro che con la sua potente auto si lascia superare anche da quelle da rottamare.
E quel Maestro insegna che sulla pista della vita ci sono diversi modi di vincere.
Si può vincere seminando nella polvere i partecipanti, spinti da gloria effimera, ma appagante, fatta di coppe, di applausi, di spumante, di titoli sui giornali...
In verità è l'orgoglio che vince, è l'umiliazione degli altri che prevale, è la superiorità che primeggia, scatenando l'invidia dei concorrenti che si consolano e si ricaricano come molle al pensiero che la prossima volta non sarà così.
I volti dei trionfatori sono tirati dalla tensione e dallo sforzo fisico, e la gioia galleggia sul sudore...
Ma c'è un altro modo di vincere... tra le pareti di casa, nel silenzio pubblicitario, senza medaglie e senza spumante, frenando il proprio orgoglio, facendo primeggiare il servizio, col sorriso sulle labbra... Con il cuore gonfio d'amore.
Solo l'amore per il Maestro e per un grande ideale può incenerire il desiderio smodato di primeggiare, solo l'amore può decelerare l'orgoglio, solo l'amore non manda gli altri al secondo o all'ultimo posto, solo l'amore si fa superare anche dalle piccole cilindrate.
Una mamma mi diceva, ieri, di sentirsi sul podio della vita da quando dedica tutte le sue ore e le sue energie alla figlia sofferente perché viva...
Solo l'amore è arrendevole e accogliente...

"Ora proviamo a non aumentare la velocità e a vincere diversamente!" dice il padre all'affronto di un nuovo sorpasso.
"Buona notte...!!!" risponde il bambino "Che razza di vittoria è questa?"
...La stessa cosa direbbero ancor oggi i più affumicati frequentatori di chiesa, come hanno detto i dodici arrivisti sulla scia di Gesù... "Noi conosciamo un solo modo di gareggiare: quello di arrivare primi e di essere più importanti!"
"Vedi, figliolo, - dice il padre – quando ho fatto il sorpasso, tutto il merito è andato alla potenza della macchina e alla bravura di me autista. Chi, come te e come tanti altri piccoli, non ha una macchina potente e una buona esperienza di guida non potrebbe vincere mai! Se io, invece, tolgo il piede dall'acceleratore e domino questo mio desiderio di sorpassare ho la grande soddisfazione di aver vinto su me stesso e, se tu sei d'accordo, hai vinto anche tu, senza possedere un'auto."
Mentre dice queste parole, una Mercedes sorpassa prepotentemente la Jaguar...
"...Papà, lascia stare... così vinci tu e vinco anch'io!"