Omelia (22-09-2006) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Gesù se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio. Come vivere questa Parola? "Gesù andava" o meglio, con maggiore aderenza al testo ebraico, "attraversava le strade" di città e villaggi. Sembra di leggere tra le righe la cura quasi meticolosa di non trascurare nessun vicolo. Strade di città civettuole che ostentano una certa agiatezza, viottoli che si snodano tra campi fecondati dal sudore dell'uomo o che si inerpicano verso luoghi aspri e solitari. Arterie in cui scorre la vita dell'uomo nel suo alternarsi di ore di gioiosa spensieratezza, ore di responsabile impegno, ore di sofferta solitudine. Sì, non c'è nulla, proprio nulla di ciò che è umano che non possa diventare "luogo di incontro" con Dio. Le mie, le tue strade sono attraversate da Lui. Qui, ora, in ciò che si sta vivendo, Dio fissa l'appuntamento perché ha una "buona novella" da annunciare: in questo frammento del tuo tempo, che si sarebbe tentati di definire banale o forse assurdo, si sta costruendo il regno di Dio. Un dono che, mentre riscatta ogni istante della vita proiettandolo nell'eternità, coinvolge, rende protagonisti nel cantiere di Dio. "I Dodici" e "alcune donne", cioè ogni persona è chiamata ad affiancare Gesù in questo suo operoso andare. Strade, oggi insanguinate, attendono chi abbia ancora il coraggio di attraversarle per farsi incontro all'uomo con un messaggio di speranza. Sì, il Regno di Dio è qui in mezzo a noi. Le violenze, i soprusi di ogni tipo, le incongruenze e le nefandezze più ripugnanti non possono demolirlo. Quella vita che il Figlio di Dio è venuto a portare non può essere spenta. E la pace, primo dono del Risorto, è possibile. Cristiano, gridalo con la vita! Nella mia pausa contemplativa, rimuoverò da me ogni traccia di pessimismo, riconoscendo nelle ombre dell'oggi un appello a vivere in modo impegnato le virtù teologali: fede in un Dio che continua ad amarci, speranza fondata nella certezza che la redenzione è in atto, carità che spinge a farci "tutto a tutti". Signore, oggi l'altro mi fa paura. Lo guardo con sospetto, lo evito. Sto sulle difese. Ma questo non è amare. Aiutami a dimenticare la mia paura per prestare attenzione a quella che è scritta negli occhi dell'altro. Aiutami a cogliere il suo desiderio di pace. Aiutami a ritrovare in lui i lineamenti del fratello, ad accostarmi a lui e a tendergli la mano. La voce di un martire I cristiani non potranno sperare di essere portatori di pace, se non saranno anzitutto gli uomini e le donne di un incontro, quello che si vive nelle veglie delle nostre notti e durante tutti i nostri giorni, con l'uomo per eccellenza, Cristo. Ma non ci si può fermare qui. Nasce subito un'esigenza: l'incontro con l'uomo, anche con colui che non condivide la nostra fede o vi si oppone. Roger Schutz |