Omelia (24-09-2006) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuol essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti». Come vivere questa Parola? Marco introduce il versetto con un'annotazione che si direbbe marginale e invece ha una sua importanza: "sedutosi". La posizione del Maestro. Il sottolineare l'autorevolezza di Gesù viene a dare rilievo anche a quello che sta per dire. Gesù, dunque, siede e chiama accanto a sé i Dodici, coloro a cui avrebbe affidato la sua Chiesa e quindi che avrebbero occupato una posizione di rilievo, a stare al modo di giudicare corrente. Ebbene, proprio a loro Gesù indica la via del servizio, l'ultimo posto. Per il cristiano non c'è chi vale di più e chi di meno, chi comanda e chi serve: "Uno solo è il vostro Padre e voi siete tutti fratelli", "Uno solo è il vostro Maestro" dinanzi al quale siamo tutti discepoli. Sono frasi ben note e ripetute con una certa facilità, ma che non si riscontrano con altrettanta frequenza nel vissuto dei battezzati. Rivendicazioni di diritti, ricerca di prestigio e di potere vengono spesso a incrinare i rapporti a tutti i livelli. Quanti screzi inutili e dannosi segnano ancora oggi i nostri rapporti! E le famiglie si dividono, i colleghi di lavoro si fanno lo sgambetto, i politici si denigrano vergognosamente gli uni gli altri. Altro che "da questo vi conosceranno: se avrete amore gli uni per gli altri"! Paolo richiamava fortemente i primi cristiani che scadevano in comportamenti analoghi. E a noi, oggi, cosa dovrebbe dire? Di fronte a una società in decomposizione non sarà il caso di interrogarci sulle nostre responsabilità? Siamo stati nei secoli, siamo oggi, quel "sale", quella "luce" che avremmo dovuto essere? Scoraggiarci? Tutt'altro! L'ora presente appella a un impegno più profondo, a una coerenza di vita. Torniamo a prendere sul serio le parole di Gesù. Mettiamoci a servizio gli uni degli altri. E ritroveremo la forza del pugnetto di lievito immesso nella storia. È urgente non rimandare più oltre! Oggi, nella mia pausa contemplativa, prenderò il posto del "discepolo" ai piedi del "Maestro". Lascerò che Gesù mi parli, indicandomi la via del servizio. Gli chiederò: come deve concretizzarsi il mio essere "servo" in famiglia, sul luogo del lavoro, ovunque? Aiutami, Signore, a deporre ogni sciocca pretesa di apparire, di primeggiare, di occupare un "posto più in su" degli altri. Che il mio unico diritto sia quello di servire in amore e per amore, sul tuo esempio. La voce di un Dottore della Chiesa Tutta la pratica della sapienza cristiana non consiste né in abbondanza di parole, né in abilità nel discutere, né in appetiti di lode e di gloria, bensì nella sincera e volontaria umiltà che il Signore Gesù Cristo ha scelto e insegnato con ogni mezzo. Leone Magno |