Omelia (25-09-2002)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Io ti domando due cose: [...] tieni lontano da me falsità e menzogna, non darmi né povertà né ricchezza.

Come vivere questa Parola?
L'autore sacro mette oggi sulle nostre labbra una preghiera di taglio esistenziale, senza la minima frangia di retorica. Quello che siamo invitati a chiedere riguarda una qualità di vita anzitutto umanamente accettabile e direi in linea con le esigenze vere di questo trapasso epocale. Se infatti l'individuo gira a vuoto attorno a se stesso e a interessi fatui, caduchi, quanto facilmente cade nella falsità, nelle mezze (o intere!) bugie, nello sprecare la propria vita dentro le apparenze invece che radicarsi nell'"essere". Si tratta poi anche di optare oggi, sì proprio oggi, per una vita sobria che non sia "strangolata" da squallida miseria ma che pure non diventi un avido acconsentire a ogni accumulo di beni materiali: da quelli di un cibo raffinato a quelli di un vestire e di un divertirsi pieno di pretese. Tutto questo, soprattutto oggi, mentre un numero esorbitante di fratelli muore di fame, è ingiustizia nera, oltre che stoltezza esistenziale.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, metto bene a fuoco la mia vita alla luce di questa Parola di Dio, che il vangelo odierno intensifica con la raccomandazione di Gesù. A quelli che manda ad "annunciare il Regno di Dio" dice infatti: "Non prendete nulla per il viaggio". A che punto sono con la franchezza lealtà e sincerità nelle parole e nel tratto? E sto cercando di acquisire uno stile di vita sobrio, che vuol dire anche libero da troppe cose?

La voce del Papa
Una delle ragioni dei paurosi squilibri esistenti tra le nazioni sviluppate e le altre è da ricercarsi nello sperpero delle risorse disponibili, a cui si abbandonano da anni i popoli ricchi, storditi dall'abitudine ad un consumismo sfrenato.
Giovanni Paolo II