Omelia (30-09-2002) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Nudo uscii dal grembo di mia madre, e nudo vi ritornerò. Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore! Come vivere questa Parola? La prima lettura di oggi coincide con l'inizio del libro di Giobbe. L'affermazione, qui riportata appartiene al protagonista di questo libro sapienziale che è, in assoluto uno dei capolavori della letteratura religiosa mondiale. Nel contesto di una preesistente parabola orientale inclusa dall'autore sacro, satana funge da "pubblico ministero" in un processo in cui l'accusato, presso Dio, è Giobbe. L'accusa è presente e sempre attuale! Fin che le cose vanno bene – dice Satana – è facile per Giobbe aprirsi a Dio e compierne la volontà. Ma quando fosse provato, quando gli fossero tolti i suoi molti beni, sarà lo stesso? Dio acconsente a mettere alla prova il suo fedele. Giobbe viene privato non solo dei beni materiali ma è toccato anche negli affetti più cari: tutti i suoi figli muoiono. Eppure Giobbe non crolla nella depressione, non si dispera. Ha capito una cosa di fondo: tutto appartiene a Dio. Quel che egli dispone è bene. Anche quando a noi, di corta vista, può sembrare il contrario. Ed è questo il vero atteggiamento dell'uomo davanti a Dio nel dolore: un atteggiamento di adorazione, un'adorazione pura. Oggi, nella pausa contemplativa, mi lascio interpellare con forza da questa preghiera di Giobbe. Qual è il mio atteggiamento nel dolore, nella prova, in situazioni apparentemente fallimentari? Come succede a molti, mi accascio o me la prendo con ciò che succede, e perfino con Dio? Oppure, pur soffrendo il mistero del suo silenzio, sto fermo nel crederlo MISTERO sì, ma di AMORE, nel suo Figlio "dato per me"? La voce di una santa religiosa Quando la croce ti sembrerà pesante, da' uno sguardo al Crocifisso e di': "Gesù, tu sei tutta la mia forza e con te i pesi diventano leggeri, le fatiche soavi, le spine si convertono in dolcezze". S. Maria Mazzarello |