Omelia (01-10-2006) |
padre Romeo Ballan |
No al tentativo di monopolizzare Dio Riflessioni Fanatismo, fondamentalismo, intolleranza, settarismo, integrismo, intransigenza, proselitismo, relativismo, sincretismo, dialogo, apertura, missione... La parola di Gesù nel Vangelo di oggi viene a far chiarezza su un cumulo di parole che oggi abbondano nel linguaggio di tante persone e nei media, che, in vario modo, discutono su questi temi di attualità religiosa e politica. Gesù prende l'occasione dall'eccesso di zelo dell'apostolo Giovanni e di altri discepoli, che hanno vietato ad un tale di scacciare i demoni nel nome di Gesù, "perché non era dei nostri" (v. 38). Gesù interviene dicendo: "Non glielo proibite" (v. 39). In un'analoga circostanza, anche Mosè (I lettura) era intervenuto contro la richiesta gelosa del suo collaboratore Giosuè, auspicando non una restrizione ma una maggior effusione dello Spirito del Signore sul suo popolo "Fossero tutti profeti!..." (v. 29). Giosué e Giovanni -che ben merita il titolo di 'figlio del tuono', come lo chiama Gesù (Mc 3,17)- hanno, purtroppo, numerosi seguaci in ogni cultura e religione. Impedire, vietare, i verbi cari a Giosuè e a Giovanni, non sono accetti a Gesù, il quale non vuole proibire a nessuno di fare del bene o di pronunciare parole di verità (v. 39). Quella di Giosuè e di Giovanni è la tentazione classica di ogni movimento integralista e di ogni persona chiusa nel suo ghetto. È degna di nota la ragione addotta da Giovanni: "Glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri" (v. 38). "Non dice che non segue Gesù, ma che non segue loro, i discepoli, rivelando così che avevano, radicata, la convinzione di essere gli unici e indiscussi depositari del bene. Gesù apparteneva solo a loro, erano loro il punto di riferimento obbligato per chiunque volesse invocare il Suo nome e si sentivano contrariati dal fatto che qualcuno compisse prodigi senza appartenere al loro gruppo... L'orgoglio di gruppo è molto pericoloso: è subdolo e fa ritenere santo zelo ciò che è solo egoismo camuffato, fanatismo e incapacità di ammettere che il bene esiste anche al di fuori della struttura religiosa cui si appartiene" (Fernando Armellini). Qui sono in gioco valori missionari di prima grandezza. La salvezza e la possibilità di fare il bene non sono monopolio di una classe prescelta di eletti o di specialisti, ma un dono di Dio, offerto ampiamente ad ogni persona aperta al bene e disponibile a farsi portatrice di amore e di verità presso gli altri. Lo Spirito del Signore ci è dato gratuitamente, ma non in esclusiva: nessun uomo, nessuna religione può aver la pretesa di monopolizzare Dio, il suo Spirito, la verità o l'amore. È un'affermazione che non toglie nulla alla verità di Cristo unico Salvatore e fondatore della Chiesa, anzi ne sottolinea l'universale irradiazione missionaria. Per una corretta comprensione di questa dottrina, è necessario evitare due estremi: da una parte, il fanatismo e l'intolleranza di chi non ammette altre verità al di fuori della propria; e dall'altra parte, il relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia tutto più debole e confuso. "La verità è una sola, ma ha molte facce come un diamante", affermava Gandhi. Secondo la dottrina cristiana, Gesù, Parola del Padre, è la verità personificata e incarnata, da cui derivano i semi di verità e di amore presenti nel mondo intero: da Lui provengono, a Lui si riconducono. Solo con questo duplice movimento - centralità e irradiazione di Cristo - si superano i pericoli dell'integrismo e del relativismo. (*) Lo zelo missionario ben inteso non ha nulla a che fare con il fanatismo, ma è solo proposta gioiosa e rispettosa di una esperienza di vita. L'evangelizzazione si fonda sulla possibilità di un dialogo. Ce lo ha ricordato nuovamente Benedetto XVI nel suo recente viaggio in Baviera (Germania), riaffermando che -sempre nel rispetto della libertà delle persone- l'unico cammino missionario per la diffusione del Vangelo nasce dalla testimonianza gioiosa della fede e dell'amore per Gesù. (**) Parola del Papa (*) "Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo... appare come l'unico atteggiamento all'altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie". Card. J. Ratzinger Messa 'pro eligendo Pontifice', Roma, 18 aprile 2005 (**) "Non veniamo meno al rispetto di altre religioni e culture, non veniamo meno al profondo rispetto per la loro fede, se confessiamo ad alta voce e senza mezzi termini quel Dio che alla violenza ha opposto la sua sofferenza; che di fronte al male e al suo potere innalza, come limite e superamento, la sua misericordia". Benedetto XVI Omelia a Monaco di Baviera (Germania), 10 settembre 2006 Sui passi dei Missionari - 1/10: S. Teresa del Bambino Gesù (1873-1897), carmelitana del convento di Lisieux (Francia), dottore della Chiesa; patrona principale delle Missioni. - 2/10: B. Giovanni Beyzym (1850-1912), sacerdote gesuita della Volinia (Ucraina), missionario tra i lebbrosi a Fianarantsoa (Madagascar). - 3/10: BB. Ambrogio Francesco Ferro, sacerdote, e 27 compagni martiri (+1645) sulle rive del fiume Uruaçu (Natal, Brasile). - 4/10: S. Francesco d'Assisi (1182-1226), amante di Cristo povero, fondatore della famiglia francescana, missionario tra i mussulmani; inviò gruppi di frati ad evangelizzare in varie parti. - 5/10: S. Faustina Kowalska (1905-1938), religiosa polacca, destinataria di speciali rivelazioni sulla "Divina Misericordia". Una devozione che ha avuto una rapida diffusione mondiale. - 5/10: Annalena Tonelli (1943-2003), laica missionaria italiana, uccisa a Borama (Somalia) da uno sconosciuto. Sue parole: "Ho fatto una scelta di povertà radicale". - "Un giorno il bene trionferà". - 7/10: Madonna del Rosario: preghiera popolare atta a far rivivere i misteri della vita di Cristo e di Maria, in sintonia con le gioie, le speranze e i problemi missionari del mondo intero. |