Omelia (01-10-2006) |
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* Vi ricordate il Vangelo di domenica scorsa? I discepoli avevano discusso su chi fosse il più grande e Gesù li aveva rimproverati usando la similitudine con i bambini, a cui appartiene il Regno dei Cieli. Ebbene: eccoci daccapo! Di nuovo gli apostoli discutono, stavolta per stabilire chi merita di essere considerato davvero seguace di Gesù. Giovanni, a nome di tutti, protesta perché c'è una persona che, pur non facendo parte dei Dodici, compie miracoli nel nome di Gesù. "Non è dei nostri!" afferma Giovanni arrabbiato. E sembra di sentire in sottofondo tante altre voci che somigliano a quella dell'apostolo: non è della nostra classe! non è del nostro gruppo! Non è della nostra parrocchia! Non è della nostra città e neppure della nostra Nazione! È capitato anche a voi di sentire gente che ragiona così? Nel racconto dell'evangelista Marco sembra quasi di vederlo, Gesù, che sospira, scuote il capo e invita gli apostoli: "Non glielo impedite! Non impedite a nessuno di fare il Bene, solo perché appartiene a un altro gruppo!" e spiega ancora: "non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me". E questo resta vero sempre! Anche oggi! Non importa di quale Nazione, città, gruppo sia una persona. Non importa di che colore abbia la pelle e in quali situazioni sia cresciuta. Quello che conta è il suo modo di operare, di vivere: se cerca il bene, se vive con onestà, è e sarà sempre la benvenuta! Può darsi che non abbia mai sentito parlare di Gesù, ma se le sue scelte e i suoi comportamenti rispecchiano il Vangelo, possiamo essere certi che non compirà il male e non si porrà contro il Signore! Gli apostoli hanno paura delle differenze: hanno paura di quello che non conoscono, di chi è diverso da loro, di chi non fa parte del gruppo dei Dodici... Forse capita anche a noi: quello che non conosciamo ci mette in ansia. Di fronte a una persona che è diversa da noi siamo a disagio e magari vorremmo respingerla. E Gesù, da vero Maestro, ci aiuta in questa difficoltà, ci incoraggia: "Prima di spaventarti e magari respingere questa persona, osserva come si comporta, che cosa sogna, se è capace di amare." Forse...bè... mi chiedevo: magari negli Apostoli c'era anche un briciolino di gelosia: ma come? –si saranno detti- questi altri non stanno con noi insieme al Maestro e poi compiono miracoli? * Un episodio simile era accaduto anche molti secoli prima, ai tempi di Mosè, e ce lo ha ricordato la Prima lettura di oggi, che è tratta dal libro dei Numeri. Vediamo di capire cosa era avvenuto. Il Signore aveva dato ordine a Mosè di radunare gli anziani del popolo d'Israele alla Tenda del Convegno, fuori dall'accampamento: lì, lo Spirito del Signore sarebbe sceso su ognuno dei presenti. Due uomini, Eldad e Medad, disobbediscono e non vanno alla Tenda del Convegno, eppure anche su di loro scende lo Spirito di Dio. Quando Giosuè si accorge dei due che profetizzavano pur essendo rimasti nell'accampamento, si arrabbia: "Non è giusto!" dichiara, e vuole che Mosè impedisca a Eldad e Medad di parlare. Mosè calma Giosuè: "Sei tu geloso per me? Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore dare loro il suo spirito!" e cioè: "Perché ti agiti? Io sono ben felice se lo Spirito del Signore ricolma ogni persona e la fa parlare secondo il volere di Dio! Non importa se accade alla Tenda del Convegno o in un altro posto!" Ricevere il dono dello Spirito è una cosa molto bella, ma Giosuè e gli altri israeliti erano gelosi: volevano quel dono di Dio solo per loro, visto che avevano osservato tutte le indicazioni di Mosè. E invece due uomini poco osservanti stavano ricevendo lo stesso potere! È facile capire la loro reazione: "Non è giusto!" ripetono tutti di malumore. Invece, sia Mosè come poi Gesù, invitano a guardare le cose da un altro punto di vista: perché state a preoccuparvi se è giusto o ingiusto? Quello che accade non è una cosa bella? Certo! Persone colme dello Spirito di Dio che annunciano la sua Parola e compiono prodigi: queste sono cose molto belle! E dunque, rallegratevi e gioite di tutto il bene, sempre! Ogni volta che incontrate il Bene, non state a pesare, a fare confronti tra voi e gli altri, non state a ingelosirvi! Cantate invece di gioia quando qualcuno compie il Bene e vive secondo il mio Vangelo! Sempre riguardo all'episodio che abbiamo ascoltato nel Vangelo, mi sembra importante che facciamo attenzione a un altro particolare. Leggiamo insieme dal racconto di Marco: "Giovanni gli disse: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demòni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri". Cosa faceva questa persona? Scacciava i demòni? Voi cosa immaginate che accadesse? Che fosse come nei film "di paura" con lampi, fumo e cose orride e mostruose? Ma lo sapete che tutti possiamo scacciare gli spiriti cattivi nel nome di Gesù?! Certo! Il demone del rancore, della vendetta, della gelosia, dell'invidia, della menzogna, dell'arroganza, del cattivo umore... Quando sappiamo gioire per tutto il bene che intorno a noi si compie, quando noi stessi cerchiamo di vivere secondo il Vangelo di Gesù, questi spiriti cattivi si allontanano da noi! Proprio quest'estate Mauro, un mio amico che fa le scuole superiori, mi ha raccontato quello che è accaduto nella sua scuola lo scorso anno. In classe con Mauro c'è Gianluca, un ragazzo in sedia a rotelle, che è troppo simpatico! È bravissimo con il computer e non vi dico cosa sa fare alla playstation! Mauro e Gianluca spesso fanno i compiti insieme. Se Mauro ha una partita di calcio, Gianluca va a fare il tifo... insomma, sono buoni amici. Dopo le vacanze di Pasqua è arrivato un compagno nuovo: si chiama Saied e viene dall'Eritrea. Quando è arrivato non parlava quasi per niente l'italiano e indossava sempre un cappellino particolare, tipico della sua terra. Tutti lo osservavano con curiosità, ma se ne stavano alla larga, commentando alla ricreazione: "Ma non vi sembra un tipo strano? Saied non c'entra niente con noi! Non parla la nostra lingua, viene da un altro Paese... è diverso!" In un mese dal suo arrivo, l'unica persona che sorrideva a Saied era Gianluca, e Saied aveva preso l'abitudine di stare molto con lui. Gianluca lo aiutava nei compiti e Saied spingeva la sedia a rotelle di Gianluca dappertutto. Mauro si è sentito geloso. Nella sua testa si diceva: Ma insomma! Non è giusto! Gianluca era amico mio! E adesso arriva questo straniero e sta sempre con lui! Ma perché, poi? A Gianluca non gli bastavo io? Pensa oggi, pensa domani, Mauro osservando i due compagni si è accorto di tante sfumature: Gianluca non lo aveva messo da parte, solo aveva un amico in più: e questo è un buon motivo per essere felici! Poi, siccome Saied aveva bisogno di aiuto, per una volta era Gianluca, dalla sua carrozzella, a sentirsi utile e non solo e sempre quello da aiutare! Anche questo era un buon motivo per essere felici! Mauro ha sorriso, pensando che c'erano davvero molti motivi per essere felici e ha deciso di invitare quel pomeriggio a casa sua sia Gianluca che Saied: hanno fatto i compiti insieme e poi hanno giocato alla play. Così è venuto fuori che Saied era più bravo di tutti! Hanno riso molto e da quel pomeriggio non hanno mai smesso di stare insieme! Mauro mi diceva che adesso ha il cuore proprio sereno, ora che lo spirito cattivo della gelosia non c'è più: era sparito quando lui vedendo insieme Gianluca e Saied si era ritrovato a sorridere, riconoscendo tutti i motivi per cui essere felice del Bene che vedeva attorno a sé. * Ora restiamo qualche minuto in silenzio per ricordare motivi che ci rendono felici, per ripensare al Bene che abbiamo saputo riconoscere intorno a noi in questa settimana. Commento a cura di Daniela De Simeis |