Omelia (01-10-2006)
don Ricciotti Saurino
Concorrenza

Appropriarsi indebitamente delle cose altrui è, e rimane, un furto che la nostra società, ancor oggi, condanna... Mentre, sembra che imbellettarsi con le penne degli altri non sia un reato perseguibile.
Scritti incisivi, detti famosi corrono, ormai, di bocca in bocca senza più l'onestà di citarne l'autore, e chiunque si sente autorizzato a usarli per far piovere un po' di gloria su di sé.
Anche la vicinanza alle persone di rilievo, a volte, rende partecipi della loro celebrità. Non si spiega altrimenti come le persone importanti abbiano sempre un codazzo di gente attorno.
Gli apostoli stessi si stringevano a Gesù quando faceva miracoli, si vantavano di conoscerLo, assicuravano interventi, dicevano alla gente "ci pensiamo noi!", sentendosi gestori della potenza divina e gelosi e diffidenti verso qualsiasi concorrenza...
...Anche se poi l'hanno lasciato solo sulla strada della croce...
La concorrenza temuta è, infatti, quella dei profitti e della fama, mai quella delle spese!
E basta poco per farsi soci di una gloria... è sufficiente comparire al fianco del vincitore.
La gloria ha il manto così grande che chiunque può appropriarsi di un lembo... mentre il dolore ha un misero ombrellino fatto di bende sporche e sfilacciate... che a stento riesce a coprire chi lo porta.
La gloria di Dio, poi, trova sempre molti aspiranti a spartirsene un pezzetto... e pochi a condividere il parto di una preghiera, la fatica della carità, il peso di una croce insieme alla dolcezza della Sua intimità.
Ci affascina di Dio la sua potenza, con Lui ci sentiamo sicuri, forti, inespugnabili, e ci teniamo tanto alla Sua vicinanza, sperando che il Suo profumo diventi anche il nostro e un po' della Sua polvere di stelle brilli su di noi...
E Dio lascia fare bonariamente senza reclamare diritti d'autore, anzi permette che tanti, sempre più numerosi, cerchino di starGli vicino.
A noi questo atteggiamento dà fastidio perché vorremmo che Lui fosse tutto per noi... o, forse, vorremmo che i Suoi interventi fossero soltanto a nostra disposizione...
Che assurda presunzione quella di fare di Dio una proprietà privata!
E in realtà non sappiamo bene se siamo gelosi della Sua vicinanza o della Sua potenza!
Lui ama la nostra intimità, noi amiamo partecipare della Sua gloria e servirci della Sua forza.
Ma Lui è un Dio intimo... non prigioniero!
Tanto intimo che ognuno può dire a pieno titolo che è suo... intimo perché è più vicino di noi stessi... intimo perché il Suo amore è unico, immenso, totalitario... ma prigioniero mai!
Noi temiamo che dei concorrenti possano toglierci qualcosa di esclusivo e riservato, Lui si sente libero di amare chiunque e non teme alcuna concorrenza... convinto che l'amore e il bene, quando sono sinceri, hanno l'unica fonte in Lui...
Dio reclama il diritto di essere al servizio di tutti, abbattendo i cartelli di proprietà privata.
Non lascia intendere che ogni istituzione sia buona ed accettabile, perché per Lui una sola istituzione è quella vera, ma sa anche distinguere bene la sincerità dei cuori e delle intenzioni.
Rimane unica la Via, una la Verità e una sola la Vita. Unico è il corso d'acqua nel quale confluiscono come affluenti tutti coloro che inconsapevolmente seguono la Via, cercano la Verità e amano la Vita.
Mi viene da gridare forte: "Dio, continua ad essere libero di amare chiunque, perché questa è la Tua caratteristica, e perdona il mio povero cuore che non smette di ingelosirsi dei concorrenti!"