Omelia (01-10-2006) |
Comunità Missionaria Villaregia (giovani) |
Lo scandalo del Vangelo Il Vangelo di questa domenica ci interroga profondamente. Vediamo infatti che, da una parte, Gesù si presenta clemente e buono con chi scaccia i demoni nel suo nome dicendo: "Chi non è contro di noi è per noi", quasi a dire: anche se uno non si professa cristiano e fa del bene, non preoccuparti, quel bene viene a nostro vantaggio. Non impeditegli di farlo. Gesù ci fa comprendere che l'amore non è esclusivo del cristiano, ma appartiene all'uomo in quanto immagine di Dio che è Amore. Se l'uomo, di qualsiasi credo è amore, è di Dio, appartiene a Lui che è Amore, anche se l'uomo non lo sa. Non ha senso, dunque, proibire a qualcuno di compiere il bene. E Gesù continua con un esempio: "A chi darà un solo bicchiere d'acqua a chi si professa essere di Cristo, avrà la sua ricompensa". Nessun gesto d'amore, per quanto piccolo, passa innoservato agli occhi di Dio. Cosa c'è di più semplice di un bicchiere d'acqua! La ricompensa promessa da Gesù a chi accoglie un suo discepolo, chiunque egli sia, si contrappone alla pena inflitta a chi scandalizza un piccolo che crede, cioè a uno che si sta avvicinando alla fede, in termini tecnici a un "neofita". Meglio sarebbe per lui mettersi una macina da asino al collo e gettarsi nel mare. Oggi, sembra che abbiamo perduto, assieme ai valori, anche la possibilità di scandalizzarci. E per che cosa, poi, dovremmo scandalizzarci? Tutto è diventato lecito! Il soggetto è divenuto così importante da essere l'unico in grado di arbitrare la propria vita e quella degli altri. Biblicamente la parola scandalo ha due accezioni: quella di inciampo e quella di ostacolo. Sappiamo che si inciampa in una piccola cosa posta nel nostro cammino: una pietra, una radice di un albero, qualcosa che non abbiamo visto, perché distratti e che ci ha fatto ruzzolare a terra, ci ha fatto perdere l'equilibrio. Le tante distrazioni del mondo di oggi non permettono di vedere in noi quegli atteggiamenti, a volte anche piccoli, ma ripetuti, che sono di scandalo agli altri. L'ostacolo, invece, è proprio qualcosa che impedisce il cammino. Ci sono delle scelte di vita che noi facciamo che impediscono alla grazia di entrare, che sono un vero e proprio ostacolo per la crescita umana e spirituale. Gesù sottolinea tre cose su cui fare attenzione: la mano, il piede e l'occhio. Potremmo parafrasare dicendo: ciò che facciamo, dove andiamo e ciò che vediamo. Attraverso ciò che facciamo o non facciamo, attraverso dove scegliamo di andare o non andare e ciò che scegliamo di vedere o non vedere passa il nostro essere di inciampo o di ostacolo al fratello. Parafrasando ancora: attraverso l'amore non dato passa il nostro essere di scandalo. E' interessante che Gesù non solo si preoccupa di ciò che può scandalizzare l'altro, ma anche ciò che scandalizza noi stessi: "Se la tua mano ti scandalizza, tagliala..." C'è dunque una responsabilità enorme sia personale che sociale. Se il più piccolo gesto d'amore merita una ricompensa da parte di Dio, quanto il non amore ci toglie la vita? "Chi non ama rimane nella morte", ricorda S. Giovanni. Ciò che mi impedisce di amare, meglio sia sradicato, tagliato, perché terribili sono le conseguenze del non amore. L'amore, invece, ha una forza capace di distruggere ogni resistenza. Siamo avvolti da tantissimi esempi di scandali che spesso sono sotto gli occhi di tutti e facile nutrimento dei media. Vogliamo riportare, invece, la testimonianza di una Madre che è riuscita a vivere una vera pagina di Vangelo e che ci fa veramente tanto bene. Ero in visita a un detenuto nel settore 9. Ad un certo punto è entrata una signora di circa sessant'anni: capelli brizzolati, volto pieno di rughe, ma sereno, un po' curva. Si è diretta verso un giovane di circa 25 anni, il quale l'ha accolta con affetto. Senza tante parole lei ha ricambiato con gesti d'amore materno. Ho ammirato l'affetto profondo di quella madre. Il detenuto che visitavo, percependo che ero colpito dalla scena, mi ha detto: "Sa Padre, quella signora non è sua madre, ma la madre del ragazzo che lui ha ucciso. Il giorno del funerale questa donna ha dichiarato di volerlo perdonare e come segno di questo perdono si è impegnata ad assisterlo come un figlio per tutto il tempo della sua detenzione." Roba da non credere! L'amore è possibile e vince la morte. |