Omelia (01-10-2006)
Agenzia SIR


Lo scandalo che si può dare ai piccoli è considerato da Gesù tanto grave da far pensare, per lo scandaloso, alla pena capitale, che "lo buttassero in mare". Un monito severo per il nostro tempo, sciaguratamente ricco di episodi contro i più giovani.

Chi è per noi. I discepoli riferiscono a Gesù che qualcuno scacciava i demoni, senza essere del loro gruppo. Gesù risponde: "Non glielo impedite, perché chi non è contro di noi, è con noi". Si diceva una volta che non tutto il bene si fa in chiesa. I cristiani non devono pretendere di avere il monopolio di tutto il bene che si fa nel mondo. Grazie a Dio ci sono anche altri, credenti o meno, che operano per la verità e la giustizia, per l'ordine e la pace. L'incontro delle religioni, partito da Assisi, sta dando i suoi frutti di comunione e di collaborazione. Restano ancora storiche divisioni, più a livello però di gerarchie che non di popolo. Specialmente i cristiani delle varie confessioni tendono sempre più a essere uniti, mentre con gli ebrei, nostri fratelli maggiori, si sono instaurati rapporti sempre più fraterni e cordiali. Quanto alle altre religioni, si può parlare di un dialogo sempre più rivolto alla reciproca tolleranza e comprensione. Soltanto il dialogo permetterà a tutti i credenti di conseguire quel clima di pace. Che tutti auspichiamo.

Questi piccoli. Gesù ha dimostrato più volte la sua attenzione per l'infanzia. Ha posto in mezzo ai suoi discepoli un bambino, proponendolo come esempio e modello di vita. Ma, nel linguaggio biblico, "i piccoli" sono anche coloro che sono ancora fragili nella fede. Devono essere pertanto aiutati a crescere da chi, adulto, ha già compiuto un cammino di fede. Soprattutto non devono subire scandalo, ossia non dover inciampare nella condotta di chi si professa cristiano. Il che, purtroppo, accade sempre più spesso. Pensiamo, ad esempio, al matrimonio di tanti che si sono sposati in chiesa e poi, come gli altri, divorziano o si dividono. Quale promessa hanno fatto all'altare? Quali impegni hanno assunto davanti a Dio e alla Chiesa? Siamo tutti disposti, da adulti, a comprendere le difficoltà che si possono incontrare, ma quale esempio viene dato ai piccoli e a coloro che ancora devono avviarsi al matrimonio? Il che vale per tanti altri casi nei quali, da cristiani, siamo chiamati a rendere testimonianza, con le opere, alla fede che professiamo.

Se la tua mano. Il brano del Vangelo continua con alcune frasi che è bene citare: "Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che essere gettato con due piedi nella Geenna. Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue".
Parole severe, che raramente troviamo sulle labbra di Gesù. Qui però la severità ha un valore preciso, poiché si tratta di criteri di vita e di comportamenti che esigono fedeltà al Vangelo, la perla preziosa per la quale vale sacrificare ogni altra cosa. Quella di Gesù è una proposta esigente. Come ha detto il Papa, è difficile seguire il Vangelo, ma è anche l'unica strada che conduce alla vita vera. Le altre strade portano ben lontane dal Regno di Dio e sono strade di perdizione e di morte. Sono infatti rappresentate dal fuoco eterno e dal verme che non muore. L'inferno, infatti, non è una favola per bambini, ma una realtà tragica da tenere sempre presente.

Commento a cura di don Carlo Caviglione