Omelia (01-10-2006) |
mons. Antonio Riboldi |
Guai a voi! Mi è dolce ricordare a tutti i miei amici con ho il dono di f armi vicino ogni settimana, per conoscere e vivere nella luce del Vangelo, che proprio oggi inizia il mese del S. Rosario. E offro una breve riflessione dell'amato e indimenticabile Papa Giovanni Paolo II nella sua esortazione sul S. Rosario. Quanti hanno avuto la gioia di conoscerlo da vicino, come l'ebbi io fino a essergli vero amico e lui a me, sa che le sue mani sembravano intrecciarsi fino a diventare una cosa sola con il S. Rosario. E il dono che faceva a quanti lo andavano a visitare era proprio il S. Rosario. Se volete, la stessa cosa la faceva mamma. Credo proprio che Papa Giovanni Paolo II e mamma abbiano intrecciato una così lunga catena che è stata la scalata al Paradiso. Così afferma Giovanni Paolo II: "Il S. Rosario è da sempre preghiera della famiglia e per la famiglia. Un tempo questa preghiera era particolarmente cara alle famiglie cristiane e certamente ne favoriva la comunione. Occorre non perdere questa preziosa eredità. Bisogna tornare a pregare in famiglia, utilizzando ancora questa forma di preghiera...La famiglia che prega unita, resta unita. La famiglia che recita insieme il Rosario riproduce un poco il clima della casa di Nazareth, si pone al centro Gesù, si condividono con Lui gioie e dolori, si mettono nelle sue mani bisogni e progetti, si attingono da Lui speranza e forza per il cammino" (Es. Rosario n. 41). Ho sempre nella memoria un fatto. Anni fa', quando la criminalità organizzata mostrava tutta la sua crudeltà, cercavo di portare nelle scuole il culto della legalità, liberando i giovani dalla paura per gustare il bello della libertà, dono irrinunciabile del Padre. Al termine di un incontro gli studenti liceali, ragazzi e ragazze, mi si strinsero attorno con le lacrime agli occhi. Vedendomi salire in macchina solo, ebbero paura per me. Mi chiesero se non avevo paura. Risposi: "Quando viaggio mi accompagna la Madonna che sento vicina recitando il S. Rosario, che accompagno ascoltando Chopin". Dopo una settimana ricevetti un piccolo pacco contenente tutto Chopin ed una corona del S. Rosario, accompagnato da una semplice dedica: "Questo per dirle che tutte le volte che lei viaggia con il Rosario, ascoltando Chopin, tutti noi siamo con lei a fare lo stesso". E debbo confessare che questa compagnia incredibile la sento ancora oggi. Gesù oggi ci invita a riflettere su due temi di grande attualità: il primo è la diffusa gelosia o invidia per il bene che vediamo e il secondo è la condanna senza tante reticenze sullo scandalo, ossia sulle occasioni di peccato che possono a volte danneggiare talmente la vita dei fratelli e a volte in modo grave, come nei confronti di "piccoli". "In quel tempo, Giovanni rispose a Gesù dicendo: Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demoni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato perché non era dei nostri. Ma Gesù disse: Non glielo proibite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo parli male di me. Chi non è contro di noi è per noi". (Mc 9,37). Quante volte succede a tutti noi, di interpretare il bene che si fa', anche da chi non la pensa come noi o apparentemente si pensa non sia di Cristo, senza minimamente soffermarci alla sola visione del bene compiuto, lodando Dio perché ogni bene, lo sappiamo "viene dall'alto". Ci dilettiamo a dire tanti "sì...ma" e cercare tutti i difetti, che non esistono, in modo da appannare il bene che l'altro compie. I giusti - e ce ne sono tanti tra di noi - non si permettono mai di giudicare il bene: lo accolgono con gioia e benedicono Dio e chi lo compie. E' sempre difficile per tutti, tranne che per Dio che vede l'intimo del nostro cuore, capire o conoscere le ragioni che muovono o ci muovono al bene. Sappiamo che il bene che si compie da chiunque ha sempre una sua origine dal cuore, là dove Dio ha deposto il "suo alito" e la capacità di amare. A noi resta solo di dire "grazie a Dio perché ha agitato il vento dello spirito, portando l'altro a fare il bene". Quante volte ci siamo imbattuti in fratelli o sorelle che ci hanno stupiti per la loro generosità nel fare il bene e magari erano ritenuti "poco di buono". In quelle occasioni ho sempre lodato il Signore che si fa presente – senza che la persona forse se ne accorgesse - tra di noi, usando il cuore del fratello. A volte notiamo che i nostri occhi sono velati da un'ombra di gelosia o di invidia che nota solo il male in noi o negli altri. Dovremmo imparare - lo dico prima a me - a conoscere il bene che c'è in tutti, promuoverlo, incoraggiarlo, mettendo in ombra i difetti che sono le tante ombre che ci portiamo perché siamo peccatori. A una sposa che notava sempre i difetti nel marito, rischiando di vedere fallire i rapporti, fu suggerito: "Provi a conoscere le qualità buone che certamente suo marito, come lei, avete, e vedrà che i difetti appariranno per quello che sono: forme di ombre che tendono ad oscurare il sole e l'amore". Veramente abbiamo bisogno di ottimismo, ovunque, perché questo è la primavera che sveglia i buoni sentimenti e le tante capacità di bene che tutti abbiamo. Il pessimismo, la critica, l'invidia sono l'inverno dei cuori che gela tanta voglia di fare del bene. La seconda parte del Vangelo ha parole durissime verso chi "dà scandalo" a cominciare dai bambini. Ma chi sono per Gesù "i bambini", per cui mostra tanto amore? Sono quelle anime semplici, che non conoscono le vie del male e la loro vita è di una limpidezza che basta un nulla, a volte, per recar loro un danno irreparabile. Sappiamo tutti come il bambino è davvero tante volte l'immagine della umiltà, della debolezza, di quella purezza che richiama la beatitudine di Gesù: "Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio". Ma come è difficile essere bambini oggi! Attorno ci sono tanti scandali: "Un mare di fango che lascia poco spazio al bello dell'uomo. Chi vuole difendere questa "purezza di cuore" deve portare una grande corazza per difendersi dal male. E non è facile. Pare non si abbia più nessuna paura di fare del male. E di occasioni di male ce ne offre la vita quotidiane, sulla strada che tutti siamo costretti a percorrere, nei mezzi di comunicazione! Quando poi ti permetti di rilevare lo scandalo, ti rispondono: "ma che male c'è?" Mi trovavo un giorno ospite di amici per un convegno. Al termine mi portarono in un ristorante. Notai che in un angolo c'erano due bambini che sembravano indifferenti a quanto accadeva attorno a loro. Erano tutti presi nel vedere videocassette. Mi accostai per rendermi conto di quello che vedevano e attirava la loro curiosità. Erano videocassette porno che incautamente, forse, i genitori avevano dato perché stessero "buoni". Feci notare la cosa alla mamma che mi rispose: "Ma che male c'è? Oggi i bambini ne sanno più di noi adulti in queste cose!" Mi vennero in mente le parole di Gesù di oggi: "Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina girata da asina al collo e poi venga gettato nel mare". E mettendo in guardia ciascuno di noi per non essere motivo di scandalo: "Se la tua mano ti scandalizza - ossia se è occasione di fare del male ad altri - tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco che con due mani andare nella geenna, nel fuoco inestinguibile...e se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo perché è meglio per te entrare nel Regno di Dio con un occhio solo che essere gettato con due occhi nella geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si consuma" (Mc 9, 37-47). E' davvero duro il linguaggio di Gesù: un linguaggio che è una difesa della bellezza della nostra anima, anima da bambino, contro tutto ciò che la può rovinare. E sono davvero tante le forme e occasioni di essere scandalizzati e scandalizzare, che chiede una grande difesa. Scandalizza non più di tanto il terribile male della pedofilia: una mostruosità che la dice lunga sulla perversità del male che non ha pudore alcuno di fare scempio di piccoli, diventati "merce di piacere"...come rovinare con il fango capolavori della mano di Dio! Così come vanno inascoltati tutti gli appelli ai mass media perché rispettino sempre il nostro inalienabile diritto al rispetto della nostra coscienza. A volte, entrando in una edicola o guardando certi programmi delle TV, si ha l'impressione di essere investiti senza riguardo, da un'ondata di fango che fa male, ma tanto male, a chi ha ancora la voglia di venire rispettato nella sua bellezza di cuore e di costumi. Possibile che una società che proclama tanta voglia di legalità, ossia di rispetto alla persona, non si prenda cura di combattere questa sottile forma di illegalità che fa scempio della bellezza dell'uomo? "Ma che uomo è mai questo?" verrebbe voglia di dire con Levi. Ma che società è mai questa che non difende il bene della persona, che non è solo quello economico, ma sopratutto quello umano? Quanta voglia di essere "bambini secondo Gesù", puri di cuore che possono vedere il volto di Dio! E' una voglia che vorrei fosse di tutti. UN DONO PER VOI AMICI: Dal 26 al 29 avrò il dono di partecipare al grande pellegrinaggio dell'UNITALSI a Lourdes. Mi dicono che saranno 15mila i pellegrini da tutta Italia. Nella grotta delle Apparizioni vi vorrò tutti vicini e per ciascuno di voi pregherò, affidandovi tutti al Suo Cuore Materno. Sarà come dialogare con Maria al vostro posto, mettendo nel suo cuore immenso di Mamma tutti voi. Questa è l'amicizia che conta! |