Omelia (09-10-2004) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Non c'è più Giudeo né Greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. Come vivere questa Parola? Paolo contrappone alla situazione di peccato in cui l'umanità si trovava immersa per la caduta di Adamo, quella instaurata dal Cristo. La prima si qualifica per il dono della Legge che, quale pedagogo, pone un freno alla sregolatezza delle passioni, predisponendo al possesso pieno di se stessi e quindi all'esercizio di un'autentica libertà: quella che Cristo verrà a ristabilire. Nella seconda l'accento cade sull'unità riconquistata. In forza del Battesimo l'uomo viene inserito in Cristo e in lui entra in comunione con i fratelli. Le distinzioni che creavano contrapposizioni vengono superate e ricomposte in un'unità armoniosa in cui ognuno trova la sua ragion d'essere. È il disegno originario di Dio. A questo mirava l'opera redentiva di Cristo: "Che tutti siano uno come tu, Padre sei in me ed io in te". L'unità è allora quanto qualifica la nuova situazione istaurata nel sangue di Cristo. In questa luce appare quanto mai stridente il permanere di divisioni e contrasti tra i seguaci di Cristo e all'interno della Chiesa delle comunità delle famiglie, e inammissibile un atteggiamento di indifferenza o di pratico disinteresse di fronte a un problema tanto vitale. Il superamento di ogni divisione e contrapposizione non è un optional: è un dovere per ogni cristiano. Nessuno può esimersene. E nessuno può dire a cuor leggero di non avere nulla da migliorare o correggere nel suo modo di rapportarsi con gli altri, per una comunione sempre più autentica e piena. Oggi, nella mia pausa contemplativa, verificherò alla luce di questa parola se, nella concretezza del mio vivere, non ci siano ancora distinzioni ingiuste, fonti di divisioni e freddezze. Mi interrogherò: quale impegno pongo per far cadere tutte le barriere? Che cosa posso fare di più? Signore Gesù, fammi soffrire come una ferita viva ogni divisione che ferisce il tuo Corpo Mistico, e rendimi strumento di comunione e di amore là dove mi trovo a vivere e operare. La voce di un Padre della Chiesa Perché ci sono tra voi la contesa, il dissenso, la divisione, la guerra? Non abbiamo un solo Dio, un solo Cristo, un solo Spirito di carità diffuso sopra di noi, un'unica vocazione al cristianesimo? Perché strappiamo e laceriamo le membra di Cristo, e ci rivolgiamo contro il nostro proprio corpo, giungendo a tale eccesso di pazzia da dimenticarci che siamo membra gli uni degli altri? S. Clemente |