Omelia (03-10-2002)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Io so che il mio Redentore è vivo e che, ultimo, si ergerà sulla polvere! Dopo che questa mia pelle sarà distrutta, senza la mia carne, vedrò Dio. Io lo vedrò, io stesso, e i miei occhi lo contempleranno non da straniero. Questa mia speranza è riposta nel mio seno.

Come vivere questa Parola?
Quello stesso Giobbe che aveva imprecato alla vita fino a maledire il giorno della sua nascita, ora esplode in un'affermazione piena di fede e di speranza. Sembra, eppure non c'è contraddizione. È tutto profondamente, esistenzialmente vero. Solo dobbiamo interrogarci sulla ragione che ha reso così possibile il capovolgimento dello stato d'animo in Giobbe. E la ragione mi sembra questa: quest'uomo, pur "affogato" nel dolore, non ha cessato il suo dialogo con Dio. Certo il suo non era un dialogo tranquillo, nella serena adesione a tutti quei mali che gli erano piombati addosso. Però, anche con parole piene di turbamento, di ribellione, d'angoscia, quella di Giobbe ha continuato ad essere una vita con Dio. Non se n'è allontanato con protervia. E da quel suo rivolgerglisi continuamente, da quel suo stare con Lui, ecco che gli si chiarisce in cuore che il suo Creatore è anche il suo Redentore. L'affermazione, fortissima di speranza, è come il bagliore del sole che squarcia densissime nubi addensatesi nella notte. Ed ecco: è giorno, giorno di stupenda luce: "Io lo vedrò, io stesso; e i miei occhi lo contempleranno"

Nel mio rientro al cuore, oggi, mi lascio interpellare da questa splendida pagina biblica. Dentro le mie prove, in situazioni di sofferenza, come vivo? So rimanere in dialogo con Dio? Sono come il salice piangente che piega a terra tutti i rami o come l'albero da frutto che, anche quando è spoglio e battuto dal vento, leva verso l'alto i suoi rami? Insomma: grido a Dio nel dolore o mi ripiego, tutto solo, su me stesso? Ripeto più volte:

Io so che il mio Redentore è vivo, io lo vedrò, io stesso.

La voce di un testimone dei nostri giorni
Signore Gesù, concedimi di credere, sperare, amare nel cuore delle esperienze che mi schiacciano, come hai saputo fare tu quando hai vissuto la tua passione
X. Thévenot