Omelia (09-10-2006)
mons. Vincenzo Paglia


È tra le pagine più conosciute del Vangelo. Essa, particolarmente all'inizio di questo nuovo millennio, riassume bene la situazione di questo nostro mondo e assieme traccia chiaramente qual è la vocazione della comunità cristiana e di ogni singolo discepolo. Quell'uomo mezzo morto lasciato ai margini della strada rappresenta tutti i poveri (singole persone, e talora popoli interi) ancora oggi allontanati e abbandonati ai margini della vita. Si tratta di milioni e milioni di persone. Ebbene, il Vangelo ci insegna a vedere quell'uomo mezzo morto, abbandonato da tutti, come fratello del Signore e nostro amico. Sì, tutti i diseredati della terra, tutti i poveri, sono fratelli del Signore e fratelli e sorelle di ciascuno di noi. Il Vangelo, attraverso l'esempio di quel samaritano, straniero per quell'uomo mezzo morto, ci esorta a globalizzare la fraternità, a sentire come membri della famiglia di Dio tutti i deboli e i poveri. Il samaritano è Gesù stesso; è lui che da Gerusalemme percorre le vie che conducono verso le tante Gerico di questo mondo. Lui per primo si ferma, insegnando a fare altrettanto a tutti i suoi discepoli. E come il samaritano che non si limita solo ad un gesto ma circonda di cure e di affetto quell'uomo sino alla sua guarigione, così deve esprimersi il nostro amore per i poveri.