Omelia (16-10-2006) |
mons. Vincenzo Paglia |
Il brano evangelico si apre con la vera beatitudine del discepolo: "beati quelli che ascoltano la parola di Dio e la osservano". E la prima a vivere questa beatitudine è stata anzitutto di Maria. Lei, infatti, per prima ha accolto, custodito e messo in pratica la Parola di Dio, vero fondamento della vita dei discepoli e della stessa convivenza tra gli uomini. Tanti oggi cercano segni prodigiosi o miracoli per riporre la loro fede e la loro tranquillità. Le grandi città di oggi - simili alla grande Ninive - hanno reso difficile la vita, soprattutto per i più poveri. Spesso sono, anzi, fonte di squilibri fisici e mentali, creatrici di povertà e di emarginazione, di disperazione e di angoscia. Per questo tutti cercano qualcosa di prodigioso su cui confidare. In verità, c'è bisogno che le strade e le piazze delle nostre città siano traversate di nuovo dalla predicazione del Vangelo, come fece Giona che predicò la penitenza a Ninive. E il Vangelo è ben più prezioso della sapienza di Salomone e ben più forte della predicazione di Giona. Per questo la Parola di Dio non può restare nascosta; essa deve risplendere e fare luce agli uomini. I cristiani debbono esserne i lucernieri. |