Omelia (05-10-2002) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Comprendo che tu, o Dio, puoi tutto e che nessuna cosa è impossibile per te [...]. Io ti conoscevo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti vedono. Perciò mi ricredo e ne provo pentimento su polvere e cenere. Come vivere questa Parola? Nelle prima lettura di oggi termina il libro di Giobbe. L'altissima poesia si fa più che mai luce d'insegnamento per la mia vita. Dopo un drammatico percorso esistenziale di dolore, Giobbe si ricrede: dice che Dio egli lo aveva conosciuto "per sentito dire". La sua preghiera era stata ora imprecazione ora grido nella notte, ora un inutile ripiegare sull'impossibile sforzo di spiegarsi agli amici. Quest'uomo tanto provato aveva avuto poi finalmente l'intuizione dell'impossibilità di ogni tentativo d' "imbrigliare" Dio in nostre ragioni umane. Ed ecco in lui tutto si placa: come un mare dopo la tempesta. Le immagini di Dio: tutto il banale e lo scontato o l'intellettualistico e raziocinante che (anche oggi!) vien detto su Dio non possono più albergare nel cuore di chi, come Giobbe, può dire. "Ora i miei occhi ti vedono". In che senso? Gli si sono aperti appunto gli occhi del cuore:. Gli occhi di chi, nella propria piccolezza e assoluta riconosciuta e accettata povertà, si consegna a Dio, al suo essere TUTTO E TUTTO AMORE. Soltanto AMORE. Oggi, nella mia pausa contemplativa, come chiave di lettura di questo brano bellissimo e arduo, mi valgo del vangelo odierno. Gesù esulta nello Spirito Santo perché sa che proprio le cose grandi solo ai piccoli sono rivelate. Ecco, chiederò di diventare il bambino del Regno che dà fiducia a Dio. Il libro di Giobbe si conclude con l' "enorme" benedizione per cui tutti i suoi mali diventano "enormità" di beni. E così sarà anche per me. "Per un breve e lieve soffrire, che enorme peso di gloria darà Dio nella vita che sta già venendo" (cf Rm 8,18). E allora di che temere? La voce di uno storico Quando è abbastanza buio potete vedere le stelle. Charles A. Beard |