Omelia (10-10-2002) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono! Come vivere questa Parola? Interessante esaminare come questi tre versetti siano tutti costruiti intorno a due verbi fondamentali, l'uno riferito al figlio, "chiedere", e l'altro accostato al Padre, "dare". E ancora più interessante è notare come, fin dalla conta numerica di essi, veniamo introdotti immediatamente in una esuberanza del "dare", ripetuto 5 volte, rispetto al chiedere, ripetuto 4 volte. E' subito chiaro insomma che a ogni padre, e tanto più al Padre di tutti, si addica il donare come attività identificante, in una quantità che supera grandemente le richieste di ogni figlio (Ef 3,20: "molto più di quanto possiamo domandare"). Questa realtà si chiarisce ancora meglio grazie al passaggio che il testo ci fa compiere dai bisogni che come figli abbiamo, al bisogno che come figli siamo: se è vero che ognuno di noi ha bisogno dei Suoi doni, tutti noi però siamo soprattutto bisognosi di Lui. E entrare nel desiderio di Lui ci rende capaci di ricevere il dono per eccellenza, lo Spirito Santo, che è il comunicarsi stesso di Dio all'uomo, il Suo donare, insieme a ogni altra cosa, Se Stesso a noi. E in realtà in ogni dono presentato in questo brano c'è già nascosto il dono del Figlio da parte del Padre: il pane, il pesce e l'uovo, infatti, sono altrettanti simboli di Gesù; è il Padre che il Gesù ci dona il pane del cielo che ci dà la vita eterna (cfr. Gv 6), il pesce che ci libera dal male e dalla morte (cfr. la storia di Tobia e Sara), l'uovo che è principio della vita nuova che non finisce (è questo il significato simbolico dell'uovo nella cena pasquale). Oggi, rientrando nel mio Sé profondo, benedirò il Signore per ogni dono che nella mia vita mi fa intravedere il Suo desiderio di consegnarSi a me. Pregherò con le parole di san Paolo: Egli che non ha risparmiato il Suo unico Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa, insieme con Lui? (Rm 8,32). La voce del poverello di Dio E coloro che non sanno di lettere, non si preoccupino di apprenderle, ma facciano attenzione che ciò che devono desiderare sopra ogni cosa è lo Spirito del Signore. San Francesco d'Assisi |