Omelia (08-10-2006)
LaParrocchia.it
Non è bene che l'uomo sia solo; gli voglio fare un aiuto che gli sia simile

Fratelli nella fede,
così inizia il racconto delle Genesi. L'uomo non è fatto per la solitudine. Egli è un essere sociale, essere di linguaggio, d'incontro. Infatti, in tutte le culture e in tutte le religioni, il matrimonio segna una tappa molto importante nella vita di un uomo e di una donna. Perché il matrimonio è pienezza dell'essere umano. Ed il matrimonio cristiano è il segno di alleanza con Dio e di salvezza in Cristo, ed esige dagli sposi una degna risposta. Nella società odierna il matrimonio come sacramento viene considerato come qualcosa che è fuori moda. Oggi nella nostra società quasi tutto è permesso, per ogni nostro atteggiamento diciamo "che male c'è". Non chiediamo mai quale è bene che compio comportandomi in un determinato modo.

Il Vangelo di oggi, ci presenta una situazione di famiglia che non è più secondo il progetto di Dio: è entrato il peccato ed ha avvelenato la stupenda opera del Signore. L'uomo e la donna si sono induriti nel cuore ed hanno deviato dal progetto di Dio. Non sono più in comunione, non si fidano l'uno dell'altro, cominciano a sospettare, e ad accusarsi reciprocamente. Ecco allora non sono più in pace ne con se stessi ne con Dio. La liturgia di oggi ci invita a riflettere e a meditare su cosa vuol dire amare veramente?

Ognuno di noi qualche volta ha fatto l'esperienza della solitudine. Dio sa che è brutto vivere da soli. Lui, infatti, non è solo, ma comunione eterna e infinita dei Tre: l'Amante - Padre, l'Amato - Figlio che riama, l'Amore - Spirito che fonde Amato e Amante. Dio sa che il Vero, il Bene e il Bello di ogni essere sta nell'Amore che dona e riceve, che si realizza in una terza sponda, frutto dei due amori.(O. Petrosillo). Tutto accade, Signore, per la durezza del nostro cuore che tu hai creato come stanza d'amore ed è da noi trasformato in cassaforte di egoismo. Spacca Signore, questa nostra ingessatura del cuore perché torniamo a capire che l'amore è bello, che l'amore fedele è prezioso, che l'amore costante è capolavoro della vita. Fa' che nelle nostre case l'amore viva e rimanga luminoso come al suo inizio ed anche di più. (A. Dini).

I due saranno una carne sola... Questo non significa semplicemente una legge religiosa o civile da osservare, ma implica primariamente un dono da realizzare nella reciprocità dell'appartenenza e nella fedeltà. L'amore indissolubile implica l'eternità. Dio è amore, amore è Dio. Dio è eterno perciò amore è eterno. "Ti amo, tu non morirai" scriveva Gabriel Marcel. Infatti, noi amiamo, perché Dio ci ama. Noi non moriremo perché Dio ci ama. Noi vivremo perché Dio ci ama.

Sia lodato Gesù Cristo.