Omelia (15-10-2006) |
don Remigio Menegatti |
Donaci, o Dio, la sapienza del cuore (268) Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature La prima lettura (Sap 7,7-11) è una lode alla Sapienza attribuita a Salomone, il re che chiede un cuore docile per saper rendere giustizia al popolo a lui affidato. La Sapienza un bene inestimabile, molto più prezioso di scettri e troni (il potere), gemme, oro e argento (la ricchezza), come pure della salute e della bellezza (la vita e l'apparire). Un bene da ricercare soprattutto se è alla base delle fortune nella vita. Il vangelo (Mc 10, 17-30) mostra per contrasto che non sempre l'uomo sa riconosce la ricchezza della sapienza che Dio stesso dona con generosità a chi la chiede. Un esempio concreto è il "giovane ricco" che passa dall'entusiasmo generoso di voler diventare discepolo di Gesù all'amara rinuncia nel suo egoismo. Ciò che lo frena nel desiderato cammino di discepolo è la ricchezza terrena valutata più importante della sapienza che Gesù gli può dare. Non sa rinunciare a quanto possiede per mettersi alla sequela di Gesù, che gli chiede la libertà del cuore e la fiducia in lui, che appare come unico tesoro per cui potersi giocare la vita. Salmo 89 Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore. Volgiti, Signore; fino a quando? Muoviti a pietà dei tuoi servi. Saziaci al mattino con la tua grazia: esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni. Rendici la gioia per i giorni di afflizione, per gli anni in cui abbiamo visto la sventura. Si manifesti ai tuoi servi la tua opera e la tua gloria ai loro figli. Sia su di noi la bontà del Signore, nostro Dio: rafforza per noi l'opera delle nostre mani, l'opera delle nostre mani rafforza. Il salmo esprime la richiesta comunitaria rivolta a Dio per ottenere la sapienza del cuore ed essere così capaci di valutare ciò che veramente conta nella vita. Viene richiamata la difficile situazione del popolo eletto, espressa dal quel "fino a quando?" e ancora ricordata con "i giorni di afflizione". Si mette in luce la fragilità legata alle scelte umane e la conseguente fatica di vivere. L'uomo di fede domanda a Dio di aiutarlo a considerare con chiarezza e profondità questa situazione per scegliere ciò che veramente conta. Nelle sabbie mobili delle sofferenze la presenza di Dio è avvertita come la roccia sicura su cui edificare la propria vita. Di fronte alla fragilità della vita umana si scopre che solo da Dio viene la sicurezza e la gioia. Dio può ricompensare con la sua bontà quanti sono nella sofferenza, cambiando in meglio la loro sorte, certamente non facile. L'uomo di fede chiede che il Signore renda sicure le opere che sta compiendo, perché si realizzi con esse il bene degli amici e si manifesti la fedeltà dell'Altissimo. Un commento per ragazzi Se pensiamo ad una persona saggia che non conosciamo direttamente, facilmente ce lo immaginiamo anziano, o almeno abbastanza avanti con gli anni; ci immaginiamo che abbia vissuto tante esperienze e ascoltato molto; crediamo che sappia riflettere con calma e quindi riesca a trovare le risposte alle situazioni nuove e complicate che gli si pongono davanti. Siamo abituati anche a definire al personaggio del brano evangelico come il "giovane ricco": ricco di entusiasmo, ma senza esperienza e maturità e quindi fragile. Pensiamo a lui come ad un "ingenuo" che si lascia guidare dal suo istinto sia quando chiede, e promette di seguire qualsiasi proposta anche impegnativa gli venga rivolta, pur di arrivare alla meta. Lo scopriamo incapace di fare una pur piccola scelta se non rientra nei suoi schemi iniziali. Un "giovane" così sicuro di sé da assurgere quasi a maestro unico della sua vita, tanto da non ascoltare il Maestro che gli propone qualcosa di nuovo. Forse era uno che non aveva ancora maturata quella saggezza che aiuta a considerare prima di tutto quello che si guadagna nel seguire il Signore. Lui si ferma troppo a considerare quanto è invitato a lasciare, dimenticando la grandezza di ciò che avrebbe trovato. E dire che era vicino alla meta, se solo si fosse lasciato coinvolgere ancora un poco. Per lui scettri e troni, oro e argento, salute e bellezza, di cui parla il libro della Sapienza, valevano talmente che "la vita eterna" non appariva abbastanza appetibile al loro confronto. Osserva preoccupato un piatto della bilancia, dimenticando di valutare il valore di quanto è posto nell'altro. Si trova in mezzo al guado, desideroso di raggiungere la nuova sponda e titubante di lasciare quella che a lui appare ancora come la più sicura, in quanto la sola conosciuta e sperimentata. "Dammi la sapienza che siede accanto a te in trono" aveva chiesto Salomone, di fronte alla possibilità di domandare qualsiasi cosa. Poi, avendo scelto la cosa migliore, ha ricevuto in dono quanto non aveva osato chiedere! "Dammi la sapienza del cuore", che aiuta a vedere le cose con gli occhi di Dio, a valutare il valore di ciò che vivo con il pensiero stesso del Creatore, lui che conosce e guida il cuore degli umili. Di quanti, cioè, non fanno conto principalmente della loro forza – "cosa devo fare (io) per avere la vita eterna?" – perché preferiscono seguire Dio e accogliere la sua sapienza. E sono quelli che raggiungono la vita eterna; una vita che inizia già qui perché è data dalla gioia che nasce dal vivere il progetto maturato insieme con Dio. Forse il "giovane ricco" non era proprio giovanissimo. Forse. Se poi quel personaggio così simpatico e triste era anche giovane, allora ci assomiglia anche di più. Noi infatti sappiamo entusiasmarci di fronte a esperienze nuove, e avvertirle come fondamentali per la vita...anche se poi le dimentichiamo presto, oppure le lasciamo sommergere da tante altre cose. La bella esperienza del campo scuola di questa estate; il ritiro per la cresima, la visita alla casa di riposo, un giornata di volontariato, il perdono offerto all'amico con cui da tempo si erano interrotti i discorsi, un gesto di amore gratuito verso i genitori, il riconoscere con umiltà le proprie responsabilità...sono tante occasioni per seguire il Maestro senza valutare cosa ci chiede di lasciare, perché attratti da quanto lui ci offre "centuplicato" per la nostra gioia. Siamo felici se domandiamo pure noi la "sapienza del cuore", lo sguardo limpido e sereno di Dio, il suo amore che avvolge ogni cosa e dona vita...quella eterna, senza fine, ma che comincia già adesso, qui. Un suggerimento per la preghiera Signore, siamo qui, noi ragazzi, coscienti che tu "scruti i sentimenti e i pensieri dell'uomo" per cui "non c'è persona che possa nascondersi davanti a te". Ti chiediamo: "penetra nei nostri cuori con la spada della tua parola, perché alla luce della tua sapienza possiamo valutare le cose terrene ed eterne, e diventare liberi e poveri per il tuo regno", disponibili a seguirti anche se ci suggerisci scelte che possono sembrare impossibili, ma sono solo nuove e impegnative. |