Omelia (12-10-2006) |
Monaci Benedettini Silvestrini |
Chiedete e vi sara' dato... Dalla preghiera di ieri sul "Padre nostro", l'accento del brano evangelico odierno è posto sull'efficacia della preghiera, fatta naturalmente con una costante insistenza. Il testo lo esplicita attraverso due semplici parabole. La prima è di colui che si reca da un amico a mezzanotte per chiedergli del pane. E' l'ora del bisogno più acuto e della somma improbabilità di essere ascoltato. Ma sa di ottenerlo, nonostante le difficoltà, perché è suo amico. Il pane della vita è Gesù, ed è sempre nostro amico, ci possiamo contare. La seconda parabola approfondisce la categoria dell'essere padre. "Quale padre tra voi – dice Gesù – se il figlio gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe?" Questo è inconcepibile! Ebbene, quanto più il vostro Padre del cielo è disposto ad ascoltare e ad accogliere la supplica di chi lo invoca con insistenza. Gesù, nel Vangelo di Luca, ci propone ancora un'ardita richiesta. Occorre chiedere a Dio, proprio perché ci è Padre, in primo luogo, il grande bene ch'egli vuole darci, cioè il suo stesso Spirito. Noi che siamo suoi figli, compartecipiamo per grazia alla vita divina in Gesù. Chiedere lo Spirito Santo significa chiedere santità e sapienza, i doni più preziosi che Dio ci riserva proprio per renderci la vita più giusta e più in pace, anche in questo mondo. La confidenza quindi in Dio, che sappiamo Padre buono, informato di ogni nostra necessità prima ancora che gliela chiediamo, ci garantisce un esito buono alle nostre richieste. "Chiedete e vi sarà dato, cercate troverete, bussate e vi sarà aperto." Il Signore ci fa passare dai bisogni che abbiamo al bisogno che siamo. Se abbiamo bisogno dei suoi doni, siamo soprattutto bisognosi di lui. |