Omelia (17-10-2000) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Voi farisei purificate l'esterno della coppa e del piatto, ma il vostro interno è pieno di rapina e d'iniquità. Stolti! (...) Piuttosto date in elemosina quel che c'è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà mondo. Come vivere questa Parola? Gesù, invitato a pranzo da un fariseo, subito viene giudicato da lui perché non si lava le mani e neppure i suoi se le lavano prima di mangiare. La prescrizione per i farisei non riguardava ragioni igieniche, ma pretendeva di garantire purità davanti a Dio. E' questo che Gesù contesta. La sua reazione è forte e rivoluzionaria nei riguardi di una religiosità tutta giocata su pratiche formalistiche ed esteriori. Quando dice: "Piuttosto date in elemosina quel che c'è dentro" dopo aver denunziato l'inutile sforzo di "pulire l'esterno", Gesù evidenzia una realtà di fondo. La sua ottica infatti è questa: il cuore dell'uomo (l'interno) solo se rinnovato dalla grazia della conversione, diventa buono, generoso, sostanzialmente puro, di quella purezza che non è solo assenza di male ma fuoco d'amore, perché Dio è Amore. Nella prima lettura (Gal.5,1-6) si parla della "fede operante mediante la carità". E' questo che conta. Non sono infatti io a salvarmi con le mie pratiche religiose, ma è Dio a cui la mia fede permette di operare nella mia vita ciò su cui sarò giudicato: l'amore vero perché gratuito. Oggi mi chiederò con lealtà: in che cosa consiste il mio essere cristiano? In qualche pratica religiosa o in un costante "gridare" a Dio (fede+preghiera) che mi salvi dandomi continuamente la grazia di "operare amore"? La voce del Santo festeggiato oggi L'albero si riconosce dal suo frutto: così chi professa di appartenere a Cristo si riconosce dalla sua fede che opera amore. S. Ignazio di Antiochia |