Omelia (15-10-2006) |
don Marco Pratesi |
Liberi di seguire Cristo L'uomo di cui oggi ci parla il vangelo osserva i comandamenti, però è ancora in ricerca di qualcosa; è insoddisfatto, e perciò si rivolge a Gesù chiedendo cosa fare. Il maestro gli manifesta con chiarezza la sua vocazione: egli è chiamato a lasciare tutto e a seguirlo. Qui c'è già un insegnamento importante: la volontà di Dio "standard", quella comune, non è tutto, non basta. Posso osservare i comandamenti e mancare di qualcosa di essenziale. Bisogna fare un passo in più: devo cogliere la volontà di Dio su di me. Soltanto lì comincia davvero la sequela, che è qualcosa di più di una morale da seguire: è incontrare una persona e seguirla. "Gesù, guardandolo dentro, lo amò". Soltanto in questo incontro con Gesù, che col suo sguardo lo raggiunge e lo legge in profondità, l'anonimo interlocutore scopre la sua chiamata. Egli però non riesce a dire il suo "sì": è impedito da un attaccamento. Ci resta male lui stesso, credeva di essere davvero disponibile, ma di fatto si scopre bloccato, paralizzato. È attaccato alle sue ricchezze, e non può fare a meno di tutto ciò che esse significano: benessere, sicurezza, potere. Riconoscere e seguire la propria vocazione presuppone la libertà interiore nei confronti di qualsiasi persona o cosa. Al primo posto sta il Cristo, tutto deve essere lasciato se egli lo chiede; e se anche non deve essere lasciato, tutto deve comunque essere sottoposto al primato di Dio e da esso regolato. Se non lo è, inevitabilmente si crea un condizionamento che impedisce - del tutto o in parte - di abbracciare il progetto di Dio. Soltanto chi è povero può essere libero, perché ripone la sua speranza in Dio, e impara che "la vita non dipende dai beni". Questa è vera sapienza, e al di fuori di essa non c'è che la paura. Apriamoci alla Parola di Dio e lasciamoci giudicare da essa. Lasciamo che vengano alla luce tutti gli impedimenti e le resistenze di fronte alle proposte di Dio. "O Dio, penetra nei nostri cuori con la spada della tua parola, perché alla luce della tua sapienza possiamo valutare le cose terrene ed eterne, e diventare liberi e poveri per il tuo regno." All'offertorio: Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio ci renda poveri e liberi, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente. Al Padre Nostro: Preghiamo il Signore perché ognuno possa realizzare senza ostacoli il progetto di Dio, la sua volontà: |