Omelia (11-10-2006)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Quando pregate dite: Padre, sia santificato il tuo nome.

Come vivere questa Parola?
Anzitutto notiamo il contesto: Gesù si trova in un luogo presumibilmente solitario (com'è evidenziato da altri brani del vangelo), immerso in preghiera. Quando ha terminato, uno dei suoi discepoli gli chiede una cosa importante: "Insegnaci a pregare". Ed Egli subito esce nell'esordio scritto qui sopra.
Prima osservazione. Gesù, nella sua completa umanità, è uomo di preghiera. E l'insegnamento della preghiera più bella che esista, perché sintesi di tutto ciò che di bello e buono chiediamo a Dio, è qualcosa di sgorgato immediatamente dal suo cuore di orante. Chi non capisce dunque l'importanza di insegnare ai suoi figli-bambini o ai suoi allievi-educandi la preghiera, sorgente di armonia e di pace? Lo puoi fare però solo se tu stesso/a sei persona che prega.
Seconda osservazione. Gesù c'insegna a rivolgerci non al Dio "di tremenda maestà" (anche se tale è l'Onnipotente Signore!) ma a Dio come Padre. Forse se la cultura fosse stata diversa ci avrebbe insegnato a chiamarlo anche "Madre". Del resto tutta la tenerezza possibile è espressa nel termine aramaico "Abbà" che vuol dire tenerissimo babbo, dolce papà. In questa temperie di tenerezza la richiesta di santificare il nome di Dio acquista il suo senso di luce e di gioia: Dio è già santo. "Sia santificato" significa: sia lodato, sia benedetto, sia oggetto di continuo stupore riconoscente.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, sosto a spalancare il mio cuore alla grandezza immensa di Dio, pari alla sua immensa tenerezza. Poi mi guardo intorno e invito silenziosamente tutto e tutti a rendergli lode.

Signore e Padre mio, bello e grande e tenerissimo, ti lodo per questo cielo che scorgo dalla finestra, per l'albero che stende i suoi rami fino al davanzale, per le case che contemplo in lontananza e per chi vi abita. Sii lodato e benedetto da ogni vivente, anche attraverso il mio cuore.

La voce di un Padre della Chiesa
Affettuosa e familiare è la preghiera in cui ci rivolgiamo a Dio con le sue stesse parole, in cui ci facciamo sentire attraverso la preghiera di Cristo. Che il Padre riconosca, quando noi preghiamo, le parole del proprio Figlio. Sia presente anche nella nostra voce colui che abita nel nostro cuore.
Cipriano