Omelia (15-10-2006) |
don Roberto Rossi |
Sapiente o ricco? Abbiamo nella liturgia di oggi alcune parole fondamentali: SAPIENZA, PAROLA DI DIO, POVERTA' come apertura al progetto di Dio. Molto bella la domanda del giovane del vangelo: Che cosa devo fare per avere la vita eterna, per avere la gioia per sempre, per essere felice? Quel giovane è buono, ha sempre osservato i comandamenti, sente che gli manca qualcosa per essere felice e si rivolge a Gesù. Gesù lo guarda, lo ama. e gli dice: sì ti manca una cosa: Và, vendi quello che hai, dallo ai poveri, poi vieni e seguimi. Sembra un discorso semplice, invece Gesù ha toccato il problema fondamentale del giovane e il giovane ha cominciato a vedere il problema che non gli permette di essere felice. Il giovane se ne va triste, perché era attaccato alle sue cose, alle sue ricchezze. Gesù allora dà il suo insegnamento chiaro e deciso. Gesù non condanna la ricchezza, ma il cuore chiuso di chi non condivide i suoi beni con gli altri. I soldi sono e devono essere un aiuto alla vita delle persone e delle famiglie. Devono essere un mezzo, non il fine della vita. Quando qualcuno è attaccato alle ricchezze e alle cose materiali, quando ha solo la preoccupazione di fare soldi, senza guardare se in modo giusto o disonesto, la ricchezza diventa il suo idolo, il suo "dio". E Gesù dice che non si può servire a due padroni: Dio e il denaro. Noi sappiamo anche come i mali più grandi nel mondo e tra le persone derivano proprio dalla bramosia del denaro. Perché si fanno le guerre? Perché si commerciano armi, droga, e tante altre cose cattive? Perché tante persone litigano fra loro, anche parenti o amici? Solo per i soldi. I soldi sono solo un mezzo per vivere. In caso contrario diventano una rovina per tante persone e anche per sé: "Non entrerà nel regno di Dio". Gesù dopo aver denunciato con estrema chiarezza l'iniquità dell'idolatria del denaro, invita alla fiducia: "Tutto è possibile presso Dio". Si tratta allora di riflettere sul vero valore della vita e sul significato di tutte le cose che sono e devono essere un mezzo per la vita nostra e degli altri. Gli apostoli diranno: Noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito. Gesù risponde: Riceverete il centuplo su questa terra e la vita eterna. Chi vive per gli altri realizza molto di più anche a livello umano. Lo riscontriamo anche nella nostra esperienza: un povero è sempre generoso, lieto. Il ricco guarda con sospetto: perché i soldi cambiano il comportamento della gente, con facilità possono rendere chiusi, egoisti, incapaci di comprendere gli altri. C'è un racconto significativo: Un vecchio rabbì chiede al suo discepolo: guarda dal vetro della finestra, cosa vedi? Una donna che passa col suo bambino. E ora guarda qui attraverso lo specchio, cosa vedi? Vedo me stesso. Hai capito? Basta un po' di argento (come è nel retro del vetro dello specchio), e uno vede solo se stesso! La prima lettura ci ha parlato della Sapienza, di fronte alla quale tutte le cose ritenute più preziose, sono un nulla. Cos'è la sapienza? Il senso pieno della vita, la felicità. Come trovare la Sapienza? Nella Parola di Dio che è luce, divisione interiore, verità della vita e delle cose, come ci ha detto la seconda lettura. Allora possiamo chiederci: Quali sono le mie ricchezze? Ciò a cui sono attaccato? Quali i miei desideri? Ciò che mi tiene chiuso il cuore e la vita? Ci sono anche i peccati di omissione: tutto il bene che potrei fare e che non faccio. Certamente tante volte noi non riusciamo a seguire la Parola di Dio; tante persone non ci riescono. Ma tanti altri ce la fanno e trovano quella perfetta letizia che ha vissuto e testimoniato Francesco di Assisi e tantissimi altri nella vita cristiana, anche tanti giovani della nostra società e dei nostri ambienti. Questo ci fa comprendere la verità delle parole di Gesù: Avrete il centuplo su questa terra e la vita eterna. Per poter vivere questo, diciamo: Donaci, Signore, la sapienza del cuore! |