Omelia (15-10-2006) |
don Bruno Maggioni |
La condizione per seguire di Gesù Gesù chiama al suo seguito un uomo giusto («Tutte queste cose le ho osservate sin dalla mia giovinezza»), ma anche il giusto ha un distacco da fare («Una sola cosa ti manca...»). La sequela è qualcosa di più del semplice adempimento della legge. Giustizia e sequela non si identificano. Il giovane non trova il coraggio di abbracciare il progetto di vita evangelico, e il motivo è detto con chiarezza: «poiché aveva molti beni». Il distacco dai beni è condizione indispensabile per la sequela. E per due ragioni. Un'esigenza di fraternità: come puoi continuare a possedere tutto ciò che hai, quando ti accorgi che attorno a te ci sono fratelli che mancano del necessario? E un'esigenza di libertà: legato a troppe cose (e non si tratta soltanto di soldi), che assorbono tutto il tuo tempo e la tua attenzione, come puoi trovare lo spazio e il gusto per le cose di Dio?. La durezza delle richieste di Gesù e la severità del suo giudizio sulle ricchezze (un giudizio ribadito due volte, come in un crescendo) suscitano nei discepoli paura e perplessità: «E chi mai si può salvare?». La risposta di Gesù salta come sempre i passaggi intermedi e va al nocciolo della questione: ciò che non è possibile raggiungere con le sole forze dell'uomo può essere possibile ricevere come dono di Dio. I discepoli hanno in un certo senso ragione: se queste sono le esigenze del Regno, non è possibile all'uomo salvarsi. Ma essi commettono l'errore di considerare il problema da una prospettiva sbagliata: la prospettiva della conquista anziché del dono, dell'uomo abbandonato a se stesso anziché dell'uomo animato dallo Spirito di Dio. Non c'è modo di salvarsi, ma c'è modo di essere salvati. Se così, tutto si riduce a una questione di fede. I grandi santi che hanno abbandonato tutto per il Regno non erano più coraggiosi di noi: avevano più fede. Il discepolo ha un secondo interrogativo da porre: se lascio tutto, che cosa avrò? (10,28). L'interrogativo tradisce il timore che il distacco richiesto sia un prezzo troppo alto da pagare. La risposta di Gesù non potrebbe essere più netta, quasi una sfida: la vita eterna nel futuro e il centuplo nel tempo presente. Il discepolo parla di «lasciare e seguire», Gesù di «lasciare e ricevere». Il distacco richiesto è un guadagno, un affare, non una perdita. E questo è profondamente vero anche a uno sguardo semplicemente umano: nella sobrietà di quei beni che il Vangelo chiama ricchezze si trova la possibilità di altri beni ben più importanti ed umani, essenziali per l'uomo come l'aria che respira: il tempo per Dio, la gioia della fraternità, la liberazione dall'ansia del possesso, la libertà, la serenità. |