Omelia (15-10-2006) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Che cosa devo fare per avere la vita eterna? Come vivere questa Parola? Una domanda più che lodevole, rivelativa di un sincero desiderio di bene. Almeno così appare di primo acchito. Lo stesso Maestro è conquistato dalle ottime disposizioni del giovane. Lo rivela lo sguardo carico di amore con cui lo avvolge nel lanciargli la sua proposta: "Vendi ciò che hai...". Ma qui la scena cambia bruscamente: lo slancio iniziale svanisce, il volto si rabbuia e i passi riprendono stancamente la via del ritorno. La "Vita", quella vita piena che cercava, era lì a un passo. Bastava spalancarsi ad accoglierla. Dono, gratuito dono. Ma è proprio qui quanto blocca il giovane. "Che cosa devo fare per avere la vita eterna?" Una vetta da scalare con le proprie forze, una meta da conquistare, una palma di cui attribuirsi il "merito". In quel "vendi tutto" è sottesa una rinuncia che va ben oltre i semplici possessi materiali. Si tratta di rinunciare a un protagonismo a oltranza, si tratta di non contare più che su Dio. La vera ricchezza in cui si rimane impigliati è proprio questa assurda pretesa di poter vantare diritti davanti a Dio. Ci si sente giusti: "Ho osservato i comandamenti fin dalla mia giovinezza", che cosa mi manca per conquistare l'aureola? L'invito a svendere punta proprio qui. Si tratta di riconoscere e accettare umilmente la propria indigenza. Si tratta di riconoscere che anche quando si è fatto tutto quello che si doveva fare si è "servi inutili". Si tratta di aprirsi con gioia all'accoglienza di un dono che, sempre e comunque, resterà tale. Eppure quanto è difficile! Oggi, nella mia pausa contemplativa, proverò a mettermi nei panni del giovane ricco: quali ricchezze devo svendere? Rintraccio in me la sua stessa smania di protagonismo? Mio Dio, tutto è tuo dono! Anche il poter ricalcare le tue orme, il seguirti è grazia, è dono che in alcun modo io posso meritare. Te ne rendo lode, o Signore, e ti benedico. La voce di un Padre della Chiesa A noi non è richiesto quel che prescrive la Legge, bensí quello che tuona alle nostre orecchie il precetto evangelico: "Se vuoi essere perfetto, va' vendi quanto possiedi, dallo ai poveri ed avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi"; e offrendo le decime dei nostri beni rimaniamo in qualche modo sotto il giogo della Legge e non siamo ancora pervenuti alla sublime perfezione del Vangelo che non si limita ad accordare a chi l'osserva i benefici della vita presente, ma elargisce anche i premi futuri Giovanni Cassiano |