Omelia (16-10-2006) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù. Come vivere questa Parola? Paolo ci ricorda come Abramo abbia avuto due figli: uno dalla schiava Agar e uno dalla moglie Sara. Sia Ismaele che Isacco erano quindi suoi figli e a entrambi era assicurato il favore divino, sia pure con modalità diverse. Paolo vede raffigurato in questo duplice evento l'Antica e la Nuova Alleanza. Attualizzando, possiamo trasferire l'immagine all'uomo considerato unicamente nella sua realtà creaturale o visto in relazione all'opera redentiva. Sì, nel sangue di Cristo siamo stati rigenerati, siamo i figli della "promessa", restituiti alla libertà di figli di Dio. Quella libertà che si va tanto rivendicando è dono del Risorto ed è offerta ad ogni uomo indistintamente, perché ormai si è sotto il segno della Nuova Alleanza. Come dice altrove Paolo, non c'è più "Giudeo o Greco", in altri termini: non c'è contrapposizione tra chi si dichiara cristiano e chi adora Dio seguendo altre vie, anche quella di un ateismo che si rivela spesso una ricerca esasperata del vero volto di Dio. La libertà ci è donata, ma come "vocazione", cioè come una realtà che appella alla nostra responsabilità. È dono che deve essere custodito e incrementato. È il primo fondamentale talento che Dio ha posto nelle nostre mani perché sia trafficato con intelligente impegno. E invece, spesso, proprio nel tentativo di rivendicare la propria libertà, si finisce col mortificarla, scadendo nella schiavitù più umiliante. Ciò che ci era stato donato perché ce ne servissimo, è divenuto il nostro padrone. Ed eccoci schiavi di passioni, cose, realtà in se stesse positive, ma di cui si fa un uso distorto. Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi chiederò se vivo da "figlio della donna libera" o non piuttosto da "figlio della schiava". Che cosa ho fatto della libertà che mi è stata donata? Ti rendo lode, Signore, per il dono della libertà. Concedimi di usarne per aprirmi all'amore. La voce di un teologo protestante Diventare liberi non significa diventare grandi nel mondo, diventare liberi contro il fratello, liberi contro Dio; significa piuttosto diventare liberi da se stessi, dalla menzogna che mi fa credere che io sono il centro del mondo; liberi dall'odio che ci fa annientare la creazione di Dio; liberi da se stessi per gli altri. Dietric Bonhoeffer |