Omelia (12-10-2004) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Per virtù dello Spirito, attendiamo dalla fede la giustificazione che speriamo. Poiché in Cristo Gesù non è la circoncisione che conta, ma la fede che opera per mezzo della carità. Come vivere questa Parola? Nella lettura odierna, Paolo mette in contrapposizione la "circoncisione", a cui obbligava la legge mosaica, con la "fede in Gesù" e dichiara esplicitamente che "non ha più nulla a che fare con Cristo chi cerca la giustificazione nella legge". La sua non è una recriminazione della pratica giudaica, ma del fatto che ci si rifugi in essa quale garanzia di salvezza, dimenticando che "non c'è altro nome in cui essere salvati" che quello di Gesù. La circoncisione, pienamente legittima prima di Cristo, non era che un "segno" della particolare appartenenza a Dio del popolo ebraico. Con Gesù il segno è sostituito dalla realtà. Ora il "sigillo" che sancisce l'essere proprietà di Dio, anzi, molto di più: suoi figli, è lo Spirito Santo che è stato effuso nei nostri cuori. In Lui, proprio perché resi figli, abbiamo la speranza della giustificazione. Ma, attenzione! Come per la circoncisione la garanzia della salvezza non era data dal semplice segno esterno, ma dalla fede. Così oggi non basta essere battezzati, "credere"a determinate verità, ma è necessario "vivere il battesimo" in un'adesione incondizionata a Gesù e al suo messaggio. È la fede operante nella carità, che diviene garanzia di salvezza già qui e ora. È l'atteggiamento di chi tutto si attende da Dio, come dono, ma assumendosi responsabilmente l'impegno di operare perché il Suo Regno si affermi. È quella passività attiva che nell'abbandono della fede trova l'audacia di spingersi nel mare aperto della carità. Oggi, nella mia pausa contemplativa, verificherò la qualità della mia fede e mi chiederò: Il mio credere è adesione vitale a Dio? So coniugare insieme abbandono fiducioso e operosità intelligente e creativa? Liberami, Gesù, dalla presuntuosa autosufficienza di chi confida nelle proprie "buone opere", e donami di vivere, nel tuo Spirito, l'abbandono di una fede operante nella carità. La voce di un "Dottore" della Chiesa Senza l'amore la fede è vana. Aggiungi a una fede siffatta l'amore, ed essa diventerà una fede quale ce la descrive l'apostolo Paolo: La fede che opera per mezzo dell'amore (Gal 5,6); hai così scoperto il cristiano, hai trovato il cittadino di Gerusalemme, il concittadino degli angeli, il pellegrino che sospira lungo la via. Aggregati a lui, perché è tuo compagno di viaggio; corri con lui, purché anche tu sia quello che è lui. S. Agostino |