Omelia (13-10-2004) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c'è legge. Come vivere questa Parola? Paolo, nel tratto della lettera ai Galati, proposto oggi dalla liturgia, mette a fuoco una contrapposizione che attraversa il vivere di ogni uomo. E il cuore di ciascuno di noi è chiamato a prenderne atto, ogni giorno. Si tratta della contrapposizione "carne, spirito". Per "carne" s'intende qualcosa che in noi è segnato dal peccato originale e facilmente propenso a scegliere quello che sembra liberarlo da ogni imperativo etico ma che, in sostanza, ostacola la vera libertà (che è libertà di amare). È questo lasciarsi dominare dalla "carne" che lo spinge alla schiavitù e alla morte spirituale. È evidente: la legge contro queste scelte sbagliate non ha che proibizioni: "Non farai, non dirai, ecc". È un'indicazione di strada con... semafori rossi e versi (=proibizione di ciò che è male, imperativi circa ciò che è bene) perché possiamo fare ciò che è indispensabile per no dispiacere a Dio. Se però decidiamo di lasciarci guidare dallo Spirito Santo, allora diventiamo come un albero rigoglioso che fruttifica "amore, pace, gioia, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé". La nostra vita fa un salto di qualità, fruttificando questi modi di essere, questi atteggiamenti esistenziali; così esprime ciò di cui Gesù, con la sua morte e resurrezione, ci ha resi capaci. Oggi, nella mia pausa contemplativa, sosterò a godere e a ringraziare per questa realtà umano-divina che, a causa di Cristo, mi è data da vivere, se dallo Spirito mi lascio docilmente guidare. Rifletterò con gioia anche a quel "codicillo" posto da Paolo: "Contro queste cose non c'è legge". Certo, io posso vivere quella libertà che Gesù ha acquistato per me, quella libertà che non è solo l'essere sciolti dalle catene della colpa, ma è pace, gioia e capacità di amare. Signore, Gesù, ti prego: Concedimi lo Spirito Santo e rendimi continuamente docile alla sua azione che mi rende nuovo/a ogni momento fruttificando dentro i miei giorni la positività di un modo nuovo e bello, umano-divino di vivere e amare. La voce di un mistico certosino Se vogliamo esser felici, fuggiamo anzitutto il male e pratichiamo la virtù, giacché non esiste altra via per conquistare la gioia, anche se salissimo sul trono stesso dei re. E' per questo che Paolo avvertiva: Il frutto dello Spirito è la carità, la gioia, la pace (Gal 5,22). Conservando, perciò, con cura questo frutto in noi, quaggiù potremo esser felici e, un giorno, ci renderemo meritevoli di conseguire il regno futuro. S. Giovanni Crisostomo |