Omelia (18-10-2004)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone che Dio ha predisposto perché noi le praticassimo.

Come vivere questa Parola?
Ci permettiamo di seguire la lettura continua della meravigliosa lettera di Paolo agli Efesini, anche in questa festa dell'evangelista Luca. L'apostolo delle genti evidenzia con lucido argomentare che Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo. Ciò che conta è lasciarsi persuadere di quanto siamo oggetto personalmente, dell'infinito amore di Dio. Siamo dunque salvati non a causa di chissà quale sforzo volontaristico. "Per grazia infatti – dice inequivocabilmente Paolo – siete stati salvati". È una "straordinaria ricchezza" sottolinea ancora l'apostolo. Così straordinaria che – in speranza – noi siamo già dei conrisorti con Cristo, e la gioia di lassù è per noi. Attenzione però! Se è così, quel che deve crescere in noi è la fede. Il "fiotto" di vita e salvezza viene di lì, non dalle nostre opere buone di cui sarebbe dunque ben stolto vantarsi. Però – ecco la meraviglia! – non siamo creati da un Dio che non ci salva come fossimo automi, ma come figli a cui offre da praticare liberamente opere di bene. E se, con una fede che opera e si realizza amando, noi per amore le compiamo, ecco che realizziamo il disegno di Dio: salvezza per noi, ma anche per quelli a cui ci dedichiamo nel nostro quotidiano.

Oggi, nel mio ritorno al cuore, sosto un momento in quiete contemplativa a stupirmi del meraviglioso disegno di Dio. No, non sono mai così bravo da salvarmi da solo. Però, dentro il suo piano, il Signore mi indica tutto quel bene che, con la sua grazia, io posso compiere per amore, io personalmente!

Signore, accresci in me la fede e dammi un cuore umile e riconoscente. Aprimi alle opere di bene che tu vuoi che io compia. E poi dammi grazia perché io, amandoti, le realizzi.

La voce di un Padre Apostolico
Tutti sono stati esaltati e glorificati, non in grazia dei loro meriti, né per le loro opere o per la pratica della virtù, ma per il volere di Dio. Anche noi non possiamo giustificarci da noi stessi, per mezzo della nostra sapienza o intelligenza, della nostra pietà o delle opere che abbiamo compiuto con purezza di cuore, ma veniamo giustificati invece dalla fede. Allora smetteremo di operare il bene? Non permetta il Signore che questo ci accada! Adoperiamoci invece con tutto il nostro impegno e il nostro ardore a realizzare ogni opera buona.
Clemente di Roma