Omelia (22-10-2006)
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)
Commento Marco 10,35-45

La liturgia odierna ci parla di servizio, di un servizio prestato, la cui ricompensa è data dal Padre generoso come dono di grazia e non come ricompensa dovuta, basata sulla riconoscenza e sugli onori, alla maniera degli uomini.

Essere servi del prossimo è quanto compete al cristiano (Is 53,2.3.10 – 11).
Una vittima viene immolata per i peccati del popolo. Cristo, per sempre, sostituirà questa vittima. Il cristiano, che vive in Cristo, deve accettare di passare attraverso questa sofferenza, se vuole offrirsi a Dio come sacrificio, di soave odore, per cooperare alla giustificazione sua e dei fratelli.

Donaci, Signore, la tua grazia: in te speriamo (Sal 32,4-5; 18–19; 20.22).
Il Signore ama il diritto e la giustizia e veglia su chi spera in lui attendendo, come compete ad un servo, la sua venuta.

Ciò che ci regala la salvezza è l'obbedienza del servo (Eb 4,14–16).
Gesù insegna che la salvezza non consiste nel benessere, e neanche nell'elevarsi sopra la condizione umana ma nell'accettarla e farla propria per amore del Padre. Solo così possiamo trovare misericordia e grazia presso il trono del Padre.

Le prospettive di Dio e quelle dell'uomo (Mc 10,35–45).
Il brano del Vangelo odierno ci parla di quanto il sentire umano sia lontano dal sentire di Cristo. L'uomo cerca di trarre un vantaggio dalle sue azioni, cerca di accomodarsi, di avere una situazione sociale che fa gli dia lustro, che lo faccia sentire importante, che lo innalzi al di sopra degli altri. Cristo Gesù non è venuto sulla terra in cerca di onori ma solo per insegnarci a conoscere il Padre e a fare la sua volontà. Non una posizione di prestigio che ci faccia sentire grandi ma una posizione di servizio sono le cose importanti nell'economia della salvezza. Nulla ci è dovuto ma tutto ci viene donato gratuitamente da Colui che sa leggere nei nostri cuori.

REVISIONE DI VITA
- Nelle nostre conversazioni con i fidanzati che posizione assumiamo?
- Pensiamo di essere dei maestri a cui si deve riconoscenza o pure dei servi inutili a cui nulla è dovuto?
- In famiglia, nei riguardi del coniuge e dei figli, esplichiamo ai nostri doveri senza attenderci un contraccambio?

Commento a cura di Marinella ed Efisio Murgia