Omelia (19-10-2004) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Cristo è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l'inimicizia, annullando, per mezzo della sua carne, la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, distruggendo in se stesso l'inimicizia. Come vivere questa Parola? Questa lettera di Paolo agli Efesini tocca vette eccelse e tanto consolanti per noi. Non con un atto di onnipotenza, ma con la morte, la più ignominiosa, quella della croce, Gesù ha accolto ognuno di noi, tutti gli uomini, nel suo cuore. È lì che ci ha riconciliati con Dio fino a farci un solo corpo. E adesso in Lui quella costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo del Signore; in lui, tutti veniamo edificati "per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito". Se ci lasciamo persuadere in profondità da quanto leggiamo oggi nella pericope della lettera paolina, davvero andiamo verso la pacificazione del nostro essere e del nostro vivere. Cristo, anche oggi, è la nostra pace. Non c'è estraneità che tenga. Non c'è inimicizia che possa pesare al punto da compromettere una pace che è costata a Dio l'altissimo prezzo della crocifissione di Gesù. Una pace che è sostanza del suo essere. Bisogna che ce lo diciamo con interiore schiettezza. I conti del nostro vivere la fede tornano soltanto se anzitutto ci lasciamo pacificare nel cuore da Gesù morto e risorto per questo: per essere la mia pace, la tua pace, la nostra pace. Poi, pacificati, guardiamo con occhi nuovi il vicino e il lontano, quello bianco di pelle e quello nero o olivastro, il simpatico e l'antipatico, il servizievole e quello che ci crea problemi. Non c'è più nazionalità o ceto sociale. Non c'è più neanche pratica religiosa diversa che conti. Conta, per ciascuno di noi, che crediamo in Cristo, l'essere figli di Dio e comportarci da fratelli di ogni uomo, di ogni donna in Cristo Gesù, nostra pace. Oggi, nella mia pausa contemplativa, visualizzo quella meravigliosa dimora di Dio che io sono insieme a ogni uomo, vicino o lontano, amico o straniero che sia. E respiro con gioia, perché con gli altri io sono tempio del Signore e luogo di pace in Cristo Gesù. Padre santo, dammi di spalancare il cuore e la vita a Cristo, nostra pace. E in lui concedimi di vincere ogni odio, risentimento, ogni rancore o antipatia. Dammi di essere fratello o sorella universale. La voce di un "Dottore" della Chiesa Creati di nuovo secondo un unico modello, dobbiamo essere tutti conformi a lui. La nascita del Signore è la nascita della pace. Dice infatti san Paolo: Egli è la nostra pace, poiché ha fatto di due uno (Ef 2,14). Ebrei e pagani, attraverso di lui abbiamo entrambi in un solo spirito l'accesso al Padre (Ef 2,18). Concordi nella volontà e nei pensieri, uniti dalla fede, dalla speranza e dalla carità, lasciamoci spingere e guidare dallo Spirito di pace, perché tutti coloro che sono condotti dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio (Rm 8,14). Leone Magno |