Omelia (24-10-2002) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Fratelli, io piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra prende nome, poiché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati dal suo Spirito nell'uomo interiore. Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità, e conoscere l'amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio. Come vivere questa Parola? Paolo è "rapito" in cuore dall'ampiezza e profondità del mistero di Dio che ci è rivelato in Cristo. "Essere ricolmi della pienezza di Dio" è dunque il senso profondo della nostra vocazione cristiana; è lo spalancarsi di un orizzonte infinito che già può aprirsi a noi in qualche misura in questa vita. Si tratta però della dimensione contemplativa del nostro credere. "Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori" c'invoca Paolo. Certe persone che pure dicono di credere e vivono una certa pratica religiosa, sono però sempre oppresse. Trascinano – da sole e affannate – un carico pesantissimo di cose da fare: sul piano etico-spirituale e pratico. L'immagine che danno del cristianesimo è sfocata e triste. Manca la radiosità dell'amore, manca l'orizzonte contemplativo, manca la gioia di essere "abitati" e "rafforzati interiormente" da Cristo. Oggi, nella mia pausa contemplativa, farò esercizio di una vera discesa nelle profondità del cuore, dove contattare, per la fede, Gesù che è in me. A Lui chiederò di essere "fondato e radicato nella carità" dentro il mio quotidiano. E così, con Gesù, seminando atteggiamenti e azioni caritatevoli, sarò in grado di spalancarmi interiormente all'ampiezza, lunghezza, profondità di quell'amore di Cristo che supera ogni capacità conoscitiva solo razionale. Ed ecco, per grazia, se attendo e credo perseverando in fiducia, verrò colmato, giorno dietro giorno, della pienezza di Dio. A che altro anelare per questa vita e per l'altra? La voce di un anonimo del II secolo Il suo amore per me ha umiliato la sua grandezza. Si è fatto simile a me perché io lo riceva, si è fatto simile a me perché io di lui mi rivesta. Non ho avuto paura nel vederlo perché egli è per me misericordia. Ha preso la mia natura perché io lo comprenda, il mio volto, perché io da lui non mi distolga. Dalle Odi di Salomone |