Omelia (26-10-2002) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno A ciascuno di noi è stata data la grazia a seconda del dono di Cristo [...]. Ascendendo al cielo [...] ha distribuito doni agli uomini. Come vivere questa Parola? La tristezza e lo scoraggiamento che a volte forse ci assale dipendono anche dal non conoscere abbastanza la positività del "dono di Cristo", cioè quanto di prezioso è venuto ad arricchire la nostra vita profonda. È qualcosa che non tocchiamo con i nostri sensi corporei, ma certo è molto grande. Gesù, di ritorno al Padre, concludendo il ciclo pasquale del suo immenso dono d'amore, ha potuto distribuire doni agli uomini. Sì, ciascuno di noi è stato arricchito di un dono che qualifica il suo vivere allo sguardo del Padre e in mezzo ai fratelli. La specificità del dono fa sì che ognuno sia se stesso: unico, irripetibile. Così cresca verso "la piena maturità di Cristo" e nello stesso tempo aiuta anche gli altri. Come dentro un corpo umano "ben compaginato e connesso", l'energia propria di ogni membro del Corpo di Cristo (=Chiesa) comunica forza perché tutto cresca e si evolva nell'armonia dell'amore. Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiedo di vedere il dono specifico che Dio, in Cristo Gesù, mi ha regalato. Lo ringrazio e chiedo di viverlo a gloria di Dio e per il bene della mia famiglia, della mia comunità, della Chiesa, del mondo. Signore, è vivendo la positività di questo tuo dono, vivendo l'irripetibile tuo sogno che sono io, ch'io cresco verso la maturità. No, non mi lascerò "sballottare" e fuorviare dalle mode culturali, dai vari "pensieri deboli". Non perdo tempo ed energia dietro le confuse idee di questo mondo ma vivo, col tuo aiuto, la verità di quello che tu mi proponi. La vivo nella carità "crescendo" e "facendo crescere" attorno a me nell'amore di Cristo. La voce di un Papa Quante grazie ordinarie e straordinarie: la preservazione dalle gravi cadute, le occasioni senza numero di fare del bene, la buona salute fisica, la tranquillità dello spirito, la buona reputazione... Quante grazie, Dio mio! Ciò mi deve tenere in un atteggiamento abituale di amore umile. Giovanni XXIII |