Omelia (29-10-2006)
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)
Commento Marco 10,46-52

Le letture di questa trentesima domenica ci portano a spingere il nostro sguardo oltre il visibile: Israele è invitato, nel momento in cui parte per l'esilio, a vedere il rientro trionfante del dopo esilio; il salmo responsoriale richiama alla memoria il rientro da Babilonia voluto da Dio e favorito da Ciro; san Paolo ci mostra l'impegno del sacerdote come legame tra Dio e il suo popolo; l'uomo cieco c' invita a vedere l'esenziale.

Dall'umiliazione della sconfitta e dell'esilio alla gioia del rientro (Ger 31, 7 – 9).
Innalzate canti di gioia perché il Signore ha salvato il suo popolo, lo ha redento per mezzo del sangue del suo Figlio e, in quanto Padre, lo ha reso partecipe della sua gloria.

Grandi cose ha fatto il Signore per noi (Sal 125 1 – 2ab, 2cd - 3; 4 -5; 6).
Il Signore ha fatto grandi cose per noi allorché ha inviato suo Figlio perché diventasse per noi sacrificio di espiazione, offerta perenne al Padre, gioia di chi ha il dono della vista.

Il sacerdozio universale di Cristo (Eb 5, 1 – 6).
Il sacerdote è colui che, scelto da Dio, fa da tramite tra Dio e gli uomini. Egli conduce a Dio i nostri peccati e porta a noi il perdono di Dio. L'unico vero sacerdote da Aronne in poi è Gesù Cristo, che riunisce in se la natura umana e divina. " Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchisedek".

Il dono della vista è necessario per distinguere il bene dal male (Mc 10, 46 – 52).
Bartimeo è un inefficiente, anzi si potrebbe considerare, visto le attuali tendenze, un parassita sociale, capace solo di stendere la mano lungo il ciglio della strada, mano protesa a raccogliere i resti e non la pienezza della vita. Sentendo che passa Gesù, innalza l'invocante preghiera: " Figlio di David, Gesù, abbi pietà di me!". Anche noi come Bartimeo siamo ciechi o moltissimo miopi, non vediamo più, riconosciamo le persone dal suono della voce, ma il nostro orgoglio di " sapienti " ci impedisce di gridare, come fà Bartineo. L'uomo moderno è come lo Zeppelin gonfio d'ossigeno; un giorno o l'altro finirà con l'andare in fiamme. Questa è la tragedia dell'uomo moderno: essere cieco e ritenersi persona dalla vista acuta, che non accetta niente, se non ciò che vede. O Signore donaci il dono della vista affinché non corriamo dietro ai fantasmi!

REVISIONE DI VITA
- Quale fede trasmettiamo ai nostri figli e ai fidanzati?
- L'umiltà che cosa è per noi?
- Corriamo dietro i fantasmi della vana gloria in cerca d'incenso e di apparire?

Commento a cura di Marinella ed Efisio Murgia