Omelia (25-10-2006) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro. Come vivere questa Parola? Nel Vangelo d'oggi, Gesù continua ad esortarci alla vigilanza in termini di servi fedele. La parola "servo" non è molto gradita ai nostri tempi perché è piena di concetti negativi. Ma è totalmente diversa quando pensiamo d'essere servi del Signore! Gesù ci dice che un servo autentico è beato perché è in comunione con il Padrone che è Dio stesso che ci fa partecipi della sua stessa vita. Essere un servo fedele significa non perderci in noi stessi, negli affanni, nelle preoccupazione meschine. Invece, comporta che tutta la vita sia orientata al ritorno del Padrone, rimanendo fedeli in un servizio amoroso. La parola "servo" è stata rinnovata in Cristo che ha affermato che lui stesso è venuto a servire e non per essere servito. Il nostro servizio a Dio non ha niente a vedere con ingiustizie, egoismi, maltrattamento, umiliazione. Tutt'altro! Essere servo di Dio ci porta alla vera libertà. Oggi, come dobbiamo svolgere questo servizio? Si fa servendo i nostri fratelli senza distinzione etnica, razziale, nazionale, religiosa, in un servizio che non conosce barriere di qualunque tipo. Lo spazio del nostro servire è senza frontiere come quello di Gesù che vuole che tutti siano salvi. La vita diviene un'offerta di se agli altri nell'amore. Non importa che siamo fragili, peccatori, instabili. L'umile riconoscenza nasce dall'essere consapevoli che non siamo niente senza Dio ma che Lui ci rende forti, fedeli, generosi nell'attesa gioiosa della sua venuta. Oggi, nella mia pausa contemplativa, esaminerò la mia mentalità: cerco d'essere un "servo fedele" o respingo quest'atteggiamento di servizio? Chiederò al Signore la grazia di capire che essere un suo servo fedele mi libera e mi riempie di gioia. Signore, dammi l'umiltà e la sapienza di riconoscere che servire è regnare con te, è camminare con te. La voce di un autore spirituale Una nozione di servizio purificata, liberata[...]ci consentirebbe di assaporare l'infinita dolcezza di essere servi: servi del Signore. A. Ballestrero |