Omelia (29-10-2006) |
don Ricciotti Saurino |
Diottrie "E prese a seguirlo per la strada!" Si conclude così il passo del Vangelo nel quale avviene la guarigione del cieco. E' un'espressione che, oltre a lasciar intendere la gioia della conquistata luce degli occhi, fa capire che cosa è avvenuto realmente in quell'uomo che si lamentava solo della cecità. Ho cercato di mettermi nei panni di colui che per anni ha conosciuto solo con le mani le pareti di casa, ha udito la voce delle persone care senza la soddisfazione di guardarle negli occhi, ha percepito il profumo della propria campagna lavorandoci su con la sola fantasia, e mi son chiesto: "come mai, una volta recuperata la vista, non ha sentito il bisogno di sgranare i suoi occhi nell'ambiente familiare e si è messo a seguire Gesù?" Devota riconoscenza al suo benefattore o qualcos'altro? Se fosse stata sola debita riconoscenza sarebbe durata poco, mentre il Vangelo lascia intendere un seguire più lungo, di chi con la vista ha scoperto la luce della vita, lo scopo dell'esistere, il motivo per il quale val la pena utilizzare anche la luce degli occhi. Bartimeo aveva tanto desiderato riacquistare la vista per essere indipendente e, ora che l'ha ottenuta... si mette alle dipendenze. E' proprio vero che ciò che ci manca, a volte, sembra sia l'unica cosa importante per vivere e, quando la si recupera, si scopre che vivere è ben altro. Quell'uomo desiderava vedere attorno a sé, ora, invece, sperimenta che vedere è allargare gli orizzonti ed intraprendere strade mai percorse, avventurarsi in luoghi sconosciuti, comunicare con gli occhi i segreti del proprio cuore. Ecco che sente il bisogno non di mostrare i suoi occhi vivi, ma di esprimere la gioia di vivere, quella gioia che solo un volto luminoso sa comunicare! Segue Gesù non per testimoniare la Sua grandezza, ma per esprimere la grandezza di chi ha scoperto la verità, lo stupore di chi credeva gli mancasse qualche Diottria ed ha ricevuto in dono il vedere oltre l'orizzonte le cose nascoste agli occhi, ma percepite con il cuore. Non segue il Suo guaritore come un trofeo legato al carro del più forte, perché Dio non fa nuovi schiavi liberandoli da una miseria precedente, non chiede un servilismo in cambio di una guarigione, non fa adepti con un pacco della caritas o un "piatto di lenticchie". Egli dà sempre più di quanto Gli viene richiesto... Gli è stata chiesta la luce degli occhi dona anche quella del cuore, la conoscenza della Verità che è la vera luce per la vita di ogni uomo. Con gli occhi Bartimeo può guardare il sole e tutte le cose da questo illuminate, con il cuore guarda oltre, conosce la luce del mondo, quella luce che dà il giusto valore alle cose materiali. Polarizzato dalla verità, che è Cristo, la segue con uno spirito nuovo, lo spirito di chi coglie l'essenzialità e scarta tutto il resto a cui prima dava importanza. Si può guarire un cieco, quando è cosciente della sua cecità, ma non si può guarire, e non chiederà mai di guarire, chi, invece, cieco nel cuore, si fida e confida solo nei suoi occhi. L'oculista ci dice che con un paio di occhiali potremo vedere meglio e noi, soddisfatti, alterniamo quelli da vicino con quelli da lontano, in un balletto di acrobazie di montature. Questo ci basta per dire: "Ci vedo!" ...E mai ci sogneremo di chiedere al Maestro che ci aiuti a scorgere quel che c'è nel profondo e oltre l'orizzonte. Strabuzzeremo gli occhi, ma ci accontenteremo di scorgere le pareti della stanza o il foglio su cui scriviamo. Il resto non esiste! ...E ritorneremo a mendicare sulla strada di Gerico! |