Omelia (01-11-2006) |
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Chi sono i santi della festa di oggi? * Se diciamo la parola "santi", il nostro pensiero potrebbe andare a qualche immaginetta sparsa qua o là nel portafogli o ai nomi scritti sul calendario oppure al santo verso cui abbiamo una particolare devozione: sant'Antonio di Padova, san Pietro, san Paolo, san Giuseppe, santa Rita, san Pio da Pietrelcina. Ciascuno di noi, poi, al di là di qualche eccezione, porta il nome che è stato già di un santo e in base alla data in cui si fa memoria di quel santo festeggiamo il nostro onomastico. Oggi però la Chiesa non festeggia solo i santi per così dire "ufficiali", da calendario, ma anche quella infinita schiera di persone che non conosciamo e che nella loro vita sono stati - come dice il Vangelo di oggi - poveri in spirito, miti, misericordiosi, puri di cuori, operatori di pace. Festeggiamo oggi - come dice la prima lettura tratta dall'Apocalisse - quella moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, quell'infinita schiera di mamme, papà, sacerdoti, suore, uomini e donne di buona volontà che nella loro vita quotidiana hanno offerto se stessi, amando, servendo e perdonando gli altri sull'esempio di Cristo Gesù. Oggi festeggiamo anche quei santi che non sono andati a finire sul calendario e che noi abbiamo conosciuto di persona: sono quelli che la Provvidenza ha messo lungo il corso della nostra vita e che ci hanno testimoniato con le parole e con i fatti, la fede cristiana. Oggi festeggiamo anche i santi che vivono in mezzo a noi e che con il loro esempio di vita ci testimoniano che ancora oggi, nel 2006, è possibile dare la vita per gli altri sull'esempio di Cristo Gesù. * E' vero, lui era il Figlio di Dio, ma l'umanità di Gesù ci riempie il cuore di fiducia per il fatto che non crediamo in un Signore lontano, ma in un Dio che ha provato sulla sua pelle quello che significa essere povero in spirito, mite, misericordioso, puro di cuore, perseguitato, operatore di pace. Niente più scuse di falsa umiltà: mettiamoci in testa una volta per tutte che alla santità siamo chiamati tutti e che con l'aiuto di Dio ciascuno di noi può arrivare non solo a dire che è figlio di Dio ma a vivere da figlio di Dio perché fratello di Cristo Gesù (cfr. seconda lettura). Come fare per arrivare alla santità? * Ricevendola in dono da Dio e vivendo le beatitudini. Il Vangelo, che la Chiesa ci fa ascoltare in questa festa, è la magna charta del cristianesimo, il manifesto del regno di Dio. Ogni beatitudine rischia di rimanere una contraddizione. Come può essere beato chi è afflitto? Come può essere beato chi ha fame e sete di giustizia? Come può essere beato chi è perseguitato? Come può essere beato chi è insultato? Ogni beatitudine rischia di rimanere una contraddizione, se dietro ciascuna espressione non vediamo la persona di Gesù, primo povero in spirito, primo mite, primo misericordioso, primo puro di cuore. Se sullo sfondo delle beatitudini mettiamo Gesù crocifisso e risorto, allora comprendiamo le beatitudini alla luce della resurrezione di Gesù. Solo a partire dalla persona di Cristo Gesù, e in particolare a partire dalla sua morte in croce e resurrezione in cui noi crediamo, possiamo dire che sono beati i poveri in spirito, gli afflitti, i miti, i misericordiosi, i puri di cuore, gli operatori di pace e di giustizia, i perseguitati a causa della giustizia e del nome di Cristo Gesù. * Il segreto della santità? Somigliare a Cristo Gesù. Se il mondo non ci conosce, è perché non ha conosciuto lui (seconda lettura) Somigliare a Gesù nella fiducia piena in Dio Padre, somigliare a Gesù nell'offerta gratuita di se stessi. Solo la fiducia in Dio e il dono di se stessi trasformano il pianto in gioia, la fame e sete di giustizia in sazietà e la morte in resurrezione. Commento a cura di don Nello Crescenzi |