Omelia (01-11-2006) |
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“Beati…” La solennità di oggi ci propone la riflessione sul celebre brano delle Beatitudini. Questo brano apre il Discorso della Montagna (Mt 5,1-7,28), il primo dei cinque grandi discorsi che strutturano il Vangelo di Matteo, quasi a ricalcare il Pentateuco mosaico. Infatti, come Mosè aveva esposto la legge sulla montagna del Sinai sancendo il patto di alleanza con Israele (Es 19-34), anche Gesù sale "sulla montagna", si "siede", nel tipico atteggiamento dell'autorità che legifera ed "insegna", un verbo che rinvia alla Torah (= istruzione, ammaestramento). La differenza è che Mosè riceve la Legge da Dio, mentre Gesù stesso parla in quanto Torah di Dio, il Maestro per eccellenza. Gesù non si esprime in termini di precetti o di comandamenti, ma di beatitudini (letteralmente: congratulazioni), proponendo un vero e proprio autoritratto con il quale invita a condividere la sua intensa comunione con il Padre; il suo non è un mero codice morale, ma una proposta di felicità da condividere con chiunque sia ebrei che pagani. Le Beatitudini sono state definite la magna carta del cristianesimo, il manifesto programmatico con cui Gesù inaugura il Regno del Padre, il decalogo del Regno, sino ad essere etichettato come la "sinfonia dei folli", di quanti impazziscono sapientemente per la bellezza del Messia. Bellezza evangelica, che costituisce l'autentico sale della terra e per un cristiano può riassumersi nella celebre espressione paolina "vivo non più io, ma vive in me Cristo" (Gal 2,20). Il segreto della santità coincide con questa cristificazione totale, che si offre come la carta d'identità di ogni credente. Proviamo nel segreto della nostra stanza e del nostro cuore a passare in rassegna le dieci beatitudini, soffermiamoci su quelle che più colpiscono la nostra sensibilità interiore e adeguiamo la nostra vita ad esse. Iniziamo oggi la nostra scalata al Cielo, cristifichiamoci totalmente, ci accorgeremo che una beatitudine chiama l'altra fino al raggiungimento della perfezione della nostra vita, che non è quella di fare miracoli ma vivere liberi e soprattutto felici. Buona santità a tutti. |