Omelia (05-11-2006) |
padre Romeo Ballan |
L'amore sfocia e si concretizza nella Missione Riflessioni Nel labirinto di leggi e prescrizioni, norme e precetti contenuti nelle Scritture sacre, i rabbini avevano catalogato ben 613 comandamenti. Li avevano suddivisi minuziosamente in: 248 precetti positivi (cioè azioni da compiere, tante quante le ossa del corpo umano), e in 365 precetti negativi (azioni da evitare, tante quante i giorni dell'anno). Bisognava osservarli tutti, anche se alcuni precetti erano considerati gravi ed altri leggeri. Le donne -non si capisce bene perché- erano dispensate dai 248 precetti positivi. Era difficile impararli tutti e ancor più osservarli. Nell'intento di una semplificazione, alcune scuole rabbiniche discutevano pedantemente quali fossero i precetti più importanti: per alcuni, il comandamento di 'non avere altri dei'; per altri, l'osservanza del sabato; altri si affidavano all'opinione del maestro Hillel: "Ciò che non desideri per te, non farlo al tuo prossimo; questa è tutta la legge, il resto è solo commento". In tale contesto si inserisce il dialogo fra lo scriba e Gesù circa "il primo di tutti i comandamenti" (Vangelo, v. 28). Siamo davanti a un modello di dialogo, che si basa sulle fonti e si conclude con una coincidenza dottrinale e con un apprezzamento mutuo: "hai detto bene", "aveva risposto saggiamente" (v. 32.34). Al di là della forma, è più importante il contenuto. Gesù, seguendo la più pura tradizione biblica (I lettura), pone all'inizio di tutto il cammino del credente l'ascolto di Dio, l'unico Signore: "Ascolta, Israele..." (shemà, Israel). La fede è anzitutto ascolto e adesione: il discepolo ascolta e crede, si abbandona al suo Dio amandolo con tutto se stesso (cuore, mente, anima, forze). Ma Gesù, senza esserne richiesto, associa al primo un secondo comandamento: "Amerai il prossimo tuo come te stesso" (Lv 19,18; Mc 12,31). Numerosi testi del Nuovo Testamento (i tre evangelisti sinottici, Giovanni, Paolo...) sottolineano la somiglianza dei due comandamenti dell'amore di Dio e dell'amore del prossimo sulla base comune dell'amore. Anzi, la sintesi dei comandamenti si concentra nell'amore del prossimo: "Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri" (Gv 15,17); il distintivo di riconoscimento dei discepoli di Gesù ormai è il comandamento nuovo: "Se avrete amore gli uni per gli altri" (Gv 13,34.35). Per San Paolo "tutta la legge trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso" (Gal 5,14); pieno compimento della legge è l'amore" (Rm 13,10). Il motore della vita del cristiano è l'amore. Perché "Dio è amore" (1Gv 4,16). (*) Il cristianesimo non è una religione a base di divieti o di teorie, è anzitutto un cammino di amore. I riti e i sacrifici sono secondari rispetto al comandamento dell'amore: amare vale di più (Mc 12,33). "Ama, e fa quello che vuoi", come si esprimeva S. Agostino. Il cristianesimo è un cammino di vita; un amore che si dona sino alla fine (Gv 13,1); un amore che si fa missione e servizio fino a donare la vita in riscatto per gli altri (Mc 10,45). Perché tutti abbiano vita in abbondanza (Gv 10,10): i vicini e i lontani, soprattutto i poveri e i deboli. Per la gioia di tutti: amici e nemici. Come Gesù, che ha offerto se stesso e ora è vivo per intercedere (II lettura), anche il cristiano si offre per gli altri. È doverosa l'applicazione ecclesiale e missionaria del comandamento dell'amore, come l'ha fatta il Card. Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, nell'Arena di Verona il 16 ottobre scorso, nella prolusione del IV Convegno nazionale della Chiesa italiana: "Ritengo quanto mai appropriata e stimolante la rilettura ecclesiologica del comandamento biblico dell'«ama il prossimo tuo come te stesso», che con rigorosa logica si declina così: «ama la parrocchia altrui come la tua, la Diocesi altrui come la tua, la Chiesa di altri Paesi come la tua, l'aggregazione altrui come la tua, ecc.». Sto forse esagerando e rifugiandomi in una specie di sogno, o non piuttosto confessando la bellezza e l'audacia della nostra fede? Non ci sono dubbi: nel mysterium Ecclesiae ciò è possibile, ciò è doveroso: non solo nell'intenzione e nella preghiera, ma anche nella concretezza dell'azione. Rilevo come proprio a questo livello quotidiano possiamo cogliere l'intimo e inscindibile legame tra comunione e missione, tra missione e comunione. Sono assolutamente inseparabili: simul stant vel cadunt (insieme si reggono in piedi o cadono)". Parola del Papa (*) "L'amore fraterno che il Signore chiede ai suoi amici ha la sua sorgente nell'amore paterno di Dio... Per amare secondo Dio occorre vivere in Lui e di Lui: è Dio la prima casa dell'uomo e solo chi in Lui dimora arde di un fuoco di divina carità in grado di incendiare il mondo. Non è forse questa la missione della Chiesa in ogni tempo? Non è allora difficile comprendere che l'autentica sollecitudine missionaria, primario impegno della Comunità ecclesiale, è legata alla fedeltà all'amore divino... Proprio dalla consapevolezza di questa comune missione prende vigore la generosa disponibilità dei discepoli di Cristo a realizzare opere di promozione umana e spirituale". Benedetto XVI Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale (29.4.2006) n. 3 Sui passi dei Missionari - 5/11: B. Guido Maria Conforti (1865-1931), vescovo di Parma, animatore dello spirito missionario nella comunità ecclesiale, fondatore dei Missionari Saveriani. - 7/11: S. Prosdocimo (s. III), ritenuto il fondatore della comunità cristiana intorno a Padova e suo primo vescovo. - 9/11: Dedicazione della Basilica di S. Giovanni in Laterano, cattedrale del Papa in quanto vescovo di Roma: chiesa "madre e capo di tutte le chiese dell'Urbe e dell'orbe". - 9/11: Nel 1989 cade il "Muro di Berlino", avvenimento simbolo di nuovi rapporti fra i popoli. - 10/11: S. Leone Magno, papa e dottore della Chiesa (+461), salvò Roma e l'Italia dalle invasioni degli Unni e dei Vandali. - 11/11: S. Martino di Tours (+397), fondatore di monasteri ed evangelizzatore dei villaggi della Gallia centrale, con fama di taumaturgo; fu il primo Santo non martire venerato nella Chiesa latina. |