Omelia (02-11-2006)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: «Abbà, Padre!».

Come vivere questa Parola?
È bello che questa pericope di S.Paolo nella sua lettera ai Romani sia proposta dalla liturgia oggi, giorno dedicato alla memoria di tutti i fedeli defunti. È una parola di speranza che ben si accorda a quanto l'apostolo dice dopo: "Io ritengo che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi". In un giorno come questo la consuetudine è quella di visitare le tombe dei propri cari al cimitero, magari ricoprirle di fiori e di lumi. Niente da obiettare! Però non basta, perché lo spauracchio della morte così non è certo esorcizzato. E i defunti attendono che si offra loro un tributo di preghiera a suffragio (ossia in aiuto) alle loro anime che con molta probabilità attendono di purificarsi. Pregare perché i nostri cari entrino per sempre nell'abbraccio dell'Amore-felicità senza fine: questo importa e rasserena. E poi guardare alla morte non con "spirito da schiavi" che vivono questo appuntamento ineludibile con paura, ma con lo spirito del figlio che grida: Abbà, Papà mio! Guardare alla morte con fiducia. Se la nostra fede non ci porta pian piano a "guarire" dalla paura della morte è pochina e immatura. Per di più non ci consente di vivere l'attesa nella sua verità luminosa. No, il morire non è assolutamente la fine di tutto, ma l'inizio di una "pienezza". Sì, "la gloria che dovrà essere rivelata in noi" val bene la pena di pazientare in speranza e di pensare che i nostri Cari, in braccio alla misericordia del Signore, sono più vivi che mai. C'indicano la strada del "sì" al piano di Dio, alla sua Legge: quella che hanno praticato in vita o che ora capiscono quanto sarebbe stato importante praticarla. Ci invitano a continua conversione.

Nella mia pausa contemplativa, visualizzo Gesù che sul Calvario muore in croce. E dal suo cuore trafitto da cui esce "sangue ed acqua" mi lascio guarire dalla paura della morte.

Signore Gesù, ti affido tutti i defunti. Abbracciali nella tua misericordia.

La voce del Papa
Illuminati dalla fede, guardiamo all'enigma umano della morte con serenità e speranza. Secondo la Scrittura, infatti, essa più che una fine, è una nuova nascita, è il passaggio obbligato attraverso il quale possono raggiungere la vita in pienezza coloro che modellano la loro esistenza terrena secondo le indicazioni della Parola di Dio.
Benedetto XVI