Omelia (05-11-2006) |
don Roberto Rossi |
Un unico amore: Dio e il prossimo Nel film "Gesù di Nazaret" c'è una scena molto bella. Al mattino, davanti alla porta di casa, rivolti verso il sole, Gesù, ancora ragazzo, con Maria e Giuseppe, pregano con quella preghiera che ogni pio israelita recitava cinque volte al giorno e che ci è stata riportata oggi nella prima lettura e nel vangelo: "Ascolta Israele, il Signore è il solo Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le forze". E' una delle parti più belle dell'Antico Testamento. Certamente questa preghiera, se ripetuta e assimilata, cambia il cuore e la vita. Secondo il vangelo di oggi, Gesù riprende questa indicazione e la completa, la fa diventare il "suo" comandamento, il comandamento nuovo. Il primo comandamento è – dice Gesù – "amerai il Signore con tutto il cuore... e il secondo è simile al primo: "Amerai il prossimo tuo come te stesso". Dove sta la novità che porta Gesù? Il cristianesimo, la vera religione di Gesù, è la religione dell'amore, non della paura; della fiducia, non del timore; del cuore e non delle pratiche esteriori. La religione dell'amore: scopriremo sempre di più che Dio ci ama di un amore infinito, pieno di tenerezza, di bontà, di misericordia, di fiducia. E da questa consapevolezza potrà derivare tutto il resto. Dio è Amore; anche noi siamo chiamati a diventare amore, pur nel nostro piccolo e con tutti i nostri limiti. Ripetutamente Gesù ci annuncia il comandamento dell'amore che è l'essenziale del vangelo, la cosa più bella, più grande, l'unica che dà senso e pienezza alla vita: l'amore a Dio e l'amore al prossimo. L'amore a Dio e l'amore al prossimo sono così legati, da essere una cosa sola. "Non si può amare Dio, che non si vede, se non si ama il prossimo che si vede. Se uno dice di amare Dio e non ama il prossimo, è un bugiardo". Gesù ritiene fatto a Sè, tutto ciò che facciamo al prossimo: "Qualunque cosa avete fatto a uno di questi, l'avete fatto a me". E Gesù, nella pienezza della sua missione, non si accontenta di dire: Ama il prossimo come te stesso, ma invita ad amare secondo la misura del suo Cuore: "Amatevi gli uni gli altri, come Io vi ho amati". E Lui ci ha amati offrendo tutto se stesso per noi, fino al sacrificio della vita. Questo è "il mio comandamento", è "il comandamento nuovo". Dice il Vangelo: Amare Dio e il prossimo è l'unica cosa importante, l'unica cosa che vale; questa vale più di tutto il resto. E' abbastanza facile parlare di amore. Ma l'amore non lo si dimostra con le parole, ma coi fatti. Anzi dobbiamo imparare a parlare poco e a compiere molte azioni di amore vero, generoso, disinteressato, verso tutti, con particolare attenzione verso le persone che hanno più bisogno, anche quelle che non ci sono simpatiche o verso le quali non ci sentiamo portati. Gesù dirà di amare perfino i nemici... "perché se amate coloro che vi amano, che merito ne avete?" Se vogliamo intraprendere la strada dell'amore, non bisogno riempirsi la bocca di belle parole, ma riempire la vita di fatti concreti. Si tratta di prendere coscienza che, nonostante tutto ciò che ci ha detto Gesù e che noi stessi conosciamo quasi a memoria, è così facile sbagliare e peccare contro la carità e l'amore del prossimo. E' soprattutto verso il prossimo che noi siamo peccatori. Basta pensare le mancanze che acciamo con le persone che ci sono più vicine, in casa nostra, nel lavoro, nelle relazioni con gli altri: egoismo, parole, giudizi, critiche... Basta pensare anche ai peccati tra noi cristiani: le divisioni, le critiche, i personalismi, le incomprensioni... In fondo anche le grandi divisioni tra le varie denominazioni cristiane sono peccati contro la carità, contro l'amore. E dire che Gesù ci aveva raccomandato solo questo. Lo aveva posto come distintivo dei cristiani. "Da questo conosceranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri". Non basta allora la preghiera, la messa, la comunione... La preghiera e la messa sono necessarie per diventare capaci di amare il prossimo. Questo ci porta ad essere umili, a chiedere perdono, a essere molto concreti nei nostri propositi. E' possibile amare veramente? Sì è possibile! Ed è la cosa più bella, più facile, più vera: basta provare ogni giorno. Gesù ci dà l'esempio... Gesù ci dà il suo Spirito che è la forza dell'amore vero nel nostro cuore. Abbiamo l'esempio di tanti santi. Tutti i santi sono santi della carità sia materiale, sia spirituale. S. Teresina amava i missionari e si sacrificava per loro, amava i peccatori e si metteva al loro posto davanti a Dio. S. Massimiliano Kolbe ha dato la vita per salvare un altro. Madre Teresa di Calcutta si è messa sempre alla ricerca dei più poveri e abbandonati. Ma anche noi possiamo vivere l'amore: basta pensare alle mamme e ai papà accanto ai loro figli, le famiglie accanto ai propri anziani, i cristiani accanto a chi nella società è malato, povero, emarginato o solo. Ciascuno di noi in questo momento e in tutta questa giornata può certamente offrire a tante persone atti di bontà, di generosità, di incoraggiamento, di aiuto, sia morale che materiale. E tutto lo vogliamo fare col cuore, con disinteresse, anche con sacrificio, ma sempre con amore sincero. Alla fine della vita, saremo giudicati sull'amore. Ma già ora sulla terra sappiamo che la cosa più bella è amare Dio e il prossimo: questo ci fa persone di luce, di gioia, di pace; persone che fanno trasparire anche dal volto qualcosa della bontà di Dio. E la gente ha bisogno di questo! |