Omelia (05-11-2006) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento Marco 12,28-34 Dalla Parola del giorno Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente gli disse: «Tu non sei lontano dal regno di Dio». Come vivere questa Parola? L'episodio evangelico di oggi si situa dopo una disputa con i sadducei. Oggi a rivolgere un quesito a Gesù è uno scriba. Il suo atteggiamento è però privo di acredine. Egli non vuole provocare il Maestro ma cerca onestamente un confronto sereno con lui, di cui ha verificato e apprezzato l'acutezza e profondità delle risposte. Con la sua domanda punta decisamente al cuore della Legge: "Qual è il primo di tutti i comandamenti?". Una domanda che rimanda a un altro incontro con Gesù: quello del giovane ricco. Questi si era rivolto al Signore perché gli svelasse che cosa doveva fare per avere la vita eterna. Entrambi non si perdono in quisquiglie: vanno a ciò che essenzialmente contrassegna un autentico rapporto con Dio. Sono persone fondamentalmente oneste e Gesù le accoglie con particolare simpatia. Ma entrambi si fermano alla soglia di un rapporto salvifico. "Una cosa sola ti manca", "Tu non sei lontano dal regno di Dio". Il Signore apprezza l'umile ricerca di chi desidera accostarsi a lui, viene incontro con la sua luce, ma senza forzare al passo decisivo che consiste nel libero e coraggioso cedersi a Lui nell'abbagliante luce della fede. La Legge mosaica, la norma morale, sia pure l'ineliminabile precetto dell'amore verso Dio e verso il prossimo, hanno senso solo in un rapporto filiale e fraterno che passa necessariamente per la persona di Gesù. Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi sostituirò allo scriba nel sottoporre a Gesù la domanda esistenziale su ciò che più conti nella mia vita. Ne ascolterò docilmente la risposta, impegnandomi a tradurla nella concretezza del quotidiano ma senza mai sganciare la mia mano dalla sua. Introducimi, Signore, in un rapporto sempre più profondo con te, perché il mio andare verso il prossimo sia il traboccare di un amore consapevolmente ricevuto, accolto e donato. La voce di uno scrittore Credere che non c'è niente di più bello, di più profondo, di più simpatico, di più ragionevole, di più perfetto di Cristo. E non solo non c'è, ma con geloso amore mi dico che non può esserci, e non basta: se anche mi dimostrassero che Cristo è fuori della verità, ed effettivamente risultasse che la verità è fuori di Cristo, io preferirei restare con Cristo piuttosto che con la verità senza di lui. F. Dostoevskij |