Omelia (06-11-2006) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Rendete piena la mia gioia con l'unione dei vostri spiriti, con la stessa carità, con i medesimi sentimenti. Come vivere questa Parola? In questa frase di Paolo, l'eco della preghiera sacerdotale di Gesù, il suo desiderio vivo di portare a compimento l'opera affidatagli dal Padre: restaurare l'unità infranta dal peccato. "Che siano uno, come tu, Padre sei in me ed io in te". Da duemila anni quest'invocazione percorre la terra, tesa a sollecitare gli uomini di "buona volontà" a impegnarsi seriamente perché il "sogno" di Dio si realizzi. Certo, non sono mancati e non mancano uomini e donne che nella trama ordinaria del quotidiano vanno intessendo reti di solidarietà e di comunione. Ma quanto siamo ancora distanti da questa "unione di spiriti" che vede confluire tutto nell'alveo di una carità che "tutto spera, tutto crede, tutto sopporta" purché l'Amore trionfi. Quanta strada da percorrere perché la stupenda realtà del Corpo Mistico sia assunta a livello esistenziale, facendoci riconoscere nell'altro un membro vivo da cui non posso separarmi senza con ciò introdurre una penosa menomazione in questo stesso Corpo. Paolo ci sollecita ad abbandonare un cristianesimo venato di intimismo o tradotto in gesti che hanno più il sapore della filantropia che della carità. Finché non sentiamo l'altro "carne della nostra carne" e in questa consapevolezza non superiamo coraggiosamente ogni possibile divergenza, potremo anche continuare a pregare per l'unità, ma essa resterà relegata nel mondo dei desideri. Oggi, nel mio ritorno al cuore, lascerò che la parola di Paolo scavi dentro di me. Sento che la gioia di un cristiano non può essere piena finché non si raggiunge "l'unione degli spiriti"? Quale il mio impegno perché ciò si realizzi a cominciare dall'ambiente in cui vivo? Poni nel mio cuore, Signore, il tuo stesso anelito di unità nell'amore, perché non sia reso vano il tuo sacrificio, per la mia colpevole negligenza. La voce di un Padre Apostolico Siate una cosa sola: un'unica preghiera, un'unica supplica, un'unica mente, un'unica speranza nell'amore, un'unica gioia purissima: questo è Gesù Cristo e nulla è meglio di Lui! Accorrete dunque tutti a quell'unico tempio di Dio, intorno a quell'unico altare che è Gesù Cristo: egli è uno, e procedendo dall'unico Padre, è rimasto a lui unito, e a lui è ritornato nell'unità. S. Ignazio di Antiochia |