Omelia (02-11-2006) |
mons. Vincenzo Paglia |
Gesù si ritira, da solo, sul monte. Ha bisogno di incontrare il Padre. Sa bene che la gente lo cerca per interesse: più per saziarsi che per amarlo. Gesù però invita tutti ad operare "non per il cibo che perisce, ma per il cibo che rimane per la vita eterna". Sembra dire loro: "superate l'angusto orizzonte della sazietà per voi stessi e cercate il cibo che non perisce". La fede in lui, ossia il personale coinvolgimento nel seguirlo, è un dono che viene dall'alto, ma nello stesso tempo è anche un'"opera", ossia un "lavoro" affidato alle nostre mani. Diventare discepoli di Gesù, coinvolgersi con lui è come un lavoro; richiede infatti ascolto, decisione, applicazione, continuità, impegno e fatica. Non si è discepoli senza un vero e proprio lavoro di applicazione sul Vangelo e su se stessi. Mentre ascoltiamo la Parola di Dio e ci impegniamo a seguirla vediamo affinarsi i nostri occhi e Gesù ci appare come il vero pane disceso dal cielo. Sì, anche noi chiederemo: "Dacci sempre questo pane!" Sappiamo che viene da Dio ma non è lontano da noi, è anzi alla portata di tutti. Non c'è spazio per "mormorare" di fronte a un amore così grande. |